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La chemioterapia fatta prima dell’intervento chirurgico aumenta notevolmente la sopravvivenza di pazienti operati per tumore al pancreas, uno dei tumori più aggressivi e temibili.

Questo tumore quando viene identificato presenta spesso già metastasi o ramificazioni tumorali che ne impediscono l’asportazione radicale. Così, solo nel 20% dei casi può essere operato subito dopo la diagnosi. Nei pazienti ritenuti operabili, il trattamento standard finora era rappresentato dalla chirurgia seguita dalla chemioterapia. La nuova ricerca, uno studio clinico indipendente e tutto italiano coordinato dall’Irccs Ospedale San Raffaele e pubblicato sulla rivista The Lancet Gastroenterology & Hepatology.

E’ la prima in assoluto a evidenziare in modo chiaro il ruolo della chemioterapia neoadiuvante nelle persone con adenocarcinoma del pancreas operabile.

«Sebbene la chirurgia sia un’arma molto efficace per il tumore al pancreas, la guarigione può essere compromessa dalla presenza di micrometastasi, cioè metastasi troppo piccole per essere evidenziate» spiega il dottor Gianpaolo Balzano, chirurgo del pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, che continua: «L’unico trattamento efficace per combattere le micrometastasi è la chemioterapia. Tuttavia, quando applichiamo il trattamento standard e operiamo il paziente, l’inizio della chemioterapia viene posticipato di alcuni mesi per consentire al malato di riprendersi dall’intervento. Inoltre, molti pazienti non possono cominciarla affatto per possibili complicanze o difficoltà nella ripresa postoperatoria».

Gli 88 pazienti sono stati divisi in tre gruppi. Dopo esser state operate subito per rimuovere il tumore, le persone del primo e secondo gruppo sono state sottoposte a sei cicli di chemioterapia, rispettivamente con un unico farmaco, cioè l’attuale terapia standard, e con un cocktail di quattro farmaci.

Il terzo gruppo è stato sottoposto, prima dell’intervento, a tre cicli di chemioterapia neoadiuvante, con lo stesso cocktail di farmaci del secondo gruppo. A seguire sono stati operati e hanno completato il trattamento con altri tre cicli di chemioterapia. In quest’ultimo gruppo la sopravvivenza a cinque anni è risultata notevolmente maggiore: il doppio rispetto al secondo e addirittura il quadruplo rispetto al primo.

«Questo studio è l’avvio di una vera e propria rivoluzione nel trattamento del tumore del pancreas operabili» afferma il dottor Michele Reni, oncologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e primo autore della ricerca. «Nei pazienti trattati prima dell’intervento con il cocktail di farmaci abbiamo osservato una sopravvivenza a cinque anni del 49%. La percentuale scende al 24% nel gruppo che aveva ricevuto lo stesso cocktail chemioterapico dopo l’intervento e al 13% nei pazienti che avevano ricevuto il trattamento standard, cioè la chirurgia seguita da chemioterapia con un solo farmaco».

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