Il problema può essere congenito o acquisito. In ogni caso, però, è un trauma per l’uomo che ne soffre. Il disturbo del pene curvo è un limite oggettivo per gli uomini, che però di rado ne parlano con un medico. Spesso preferiscono convivere con un disagio funzionale ed estetico non di poco conto, piuttosto che prendere di petto il problema, peraltro risolvibile nella maggior parte dei casi. La soluzione, come appare ovvio, risiede nella chirurgia, che nei casi più gravi può portare all’installazione di una protesi con cui sostituire l’organo sessuale.
Le cause del pene curvo
La curvatura del pene, come detto, può essere congenita. Queste forme si manifestano comunque alla pubertà, perché condizione necessaria per giungere al riconoscimento del problema è l’erezione, che porta l’organo a riempirsi di sangue e a sviluppare le condizioni ideali per procedere alla penetrazione. Mentre nelle forme acquisite la causa non è conosciuta. Ma una delle teorie più accreditate e quella dei micro-traumi durante l’attività sessuale, che si possono avere a seguito di un rapporto molto energico: da cui vere e proprie piccole fratture che determinano lo sviluppo di un tessuto cicatriziale e fibrotico che altera l’anatomia del pene.
Acquisite sono anche le forme dovute alla malattia di La Peyronie, anche chiamata induratio penis plastica: disturbo che oltre alla curvatura può rendere difficili o impossibili i rapporti sessuali, provocare dolore e indolenzimento. Il problema, in questo caso, si manifesta inizialmente con lo sviluppo di tessuto fibrotico e poi di vere e proprie placche calcificate a livello della tonaca di tessuto connettivo e cellule muscolari lisce che avvolge tutto il pene. Il morbo di La Peyronie può essere l’indesiderato corollario di altre condizioni patologiche come la malattia di Dupuytren (una patologia benigna a carico della mano, la timpanosclerosi e la fibromatosi plantare.
Le opzioni chirurgiche
Nonostante possa svilupparsi anche in maschi giovani, il picco di frequenza del pene curvo si riscontra nella fascia tra i 40 e i 60 anni in cui si conta quasi il 60 per cento dei soggetti: tra i diabetici che hanno un rischio nove volte maggiore di svilupparla, gli ipertesi e le persone con aterosclerosi. La correzione della curvatura e il ripristino della funzione sessuale e si avvale sostanzialmente di tre modalità terapeutiche: chirurgia di accorciamento (controlaterale alla placca fibrosa) agendo sul tessuto sano, la chirurgia di allungamento condotta sul tessuto patologico e la chirurgia protesica. Se è vero che alcuni trattamenti medici riescono a tamponare il problema e diminuire il dolore, nel caso in cui la placca si sia stabilizzata la chirurgia è l’unico trattamento in grado di correggere e risolvere la curvatura e avere un impatto positivo sulla vita sessuale.
Eppure gli uomini sono restii a parlare di queste problematiche per imbarazzo. «La scelta del tipo di intervento dipende da una accurata selezione del paziente - afferma Salvatore Sansalone, direttore del centro di chirurgia genitourinaria della clinica Sanatrix di Roma -. Se alla curvatura si aggiunge una disfunzione erettile che non risponde ai farmaci, è quasi sempre necessario un intervento che prevede l’inserimento di una protesi peniena. In ogni caso il paziente però deve essere informato che con l’intervento avrà un minimo accorciamento dell’organo, motivo per cui è necessario un intervento di counseling preoperatorio e un ascolto attento delle aspettative della persona».
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