Ogni settimana, in media, un bambino perde la vita a seguito dell’inalazione di cibo o di corpi estranei: monete, caramelle, bottoni, componenti di giocattoli, pile al litio. Un terzo delle morti che si registrano dalla nascita e fino ai quattro anni va ricondotta a questa causa, mentre le percentuali calano negli anni a venire. Segno che al primo contatto con gli alimenti nel corso dello svezzamento - tra il quarto e il sesto mese di vita - bisogna prestare particolare attenzione. «Quella che potrebbe sembrare una fatalità ineluttabile, è un’emergenza che si può e si deve evitare - osserva Giuseppe Di Mauro, pediatra di famiglia e presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) -. È fondamentale investire nella prevenzione: serve cultura della formazione, non solo per chi opera nell’ambito sanitario-assistenziale, ma pure per i comuni cittadini».
OGNI ANNO IN ITALIA MUOIONO 50 BAMBINI PER SOFFOCAMENTO
È alta l’attenzione degli specialisti italiani sul tema del soffocamento dei bambini. Per questo motivo la Sipps ha redatto un manuale per le manovre di rianimazione da effettuare in età pediatrica.
La pubblicazione segue le linee guida sulla rianimazione cardiopolmonare nel lattante, bambino e adulto, sulle manovre di disostruzione e sull’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno per laici. L’obiettivo è quello di diffondere in modo capillare, attraverso i pediatri, le semplici manovre salvavita. «I dati riportano che ogni anno, in Italia, circa 50 bambini con meno di quattro anni muoiono per soffocamento, nel settanta per cento dei casi dovuto a cibo - prosegue Di Mauro -. La guida è un documento fondamentale per i genitori e dovrebbe essere presente in tutte le case dove c’è un bambino».
I rischi più alti appartengono ai primi tre anni di vita, quando le difficoltà di masticazione e deglutizione e la ridotta capacità di reagire nel caso in cui un boccone vada di traverso consigliano ai genitori di tenere gli occhi aperti. Occorre anche considerare che nei primi anni di vita la laringe e la trachea, che negli adulti hanno forma cilindrica, sono ancora conici. La forma a imbuto aumenta dunque la probabilità che un corpo estraneo rimanga bloccato.
ECCO IL VIDEO CHE MOSTRA LE MANOVRE DI DISOSTRUZIONE
COME COMPORTARSI SE UN BAMBINO È IN DIFFICOLTÀ
Nella guida si spiega come i cibi debbano essere preparati fino al quinto anno di età del bambino. Fino a quell’età le mamme devono prestare particolare attenzione, «perché non bisogna dimenticare che il cibo costituisce un corpo estraneo», prosegue lo specialista. La tosse è il primo campanello d’allarme, con cui un bambino reagisce all’ostruzione parziale o completa delle vie aeree causata da un boccone troppo grosso. «In questi casi è meglio evitare qualsiasi manovra e favorire la tosse».
La manovra si rende invece necessaria in caso di ostruzione completa. In questo caso occorre tenere il bambino (fino a un anno di età) in braccio e farlo piegare in avanti. La mano, a forma di «C», va posta attorno alla mandibola. Mentre con l’altro braccio le pacche vanno poste sulla schiena, tra le scapole. A queste vanno alternate le compressioni toraciche, fino a quando l’ostruzione non si risolve e il bambino recupera lo stato di coscienza. Nei bambini più grandi, in attesa dei soccorsi, va invece effettuata la manovra di Heimlich.
SVEZZAMENTO CON CUCCHIAIO O SENZA? È INDIFFERENTE
Quando si parla di svezzamento, molti genitori temono che lasciar mangiare i bambini con le mani direttamente dal piatto aumenti il rischio di affogarsi. Ipotesi da non escludere, ma che risulta parimenti confermata anche dall’introduzione di un cucchiaio. È quanto emerso da uno studio clinico pubblicato su «Pediatrics», che ha evidenziato come le probabilità siano praticamente analoghe. La maggior parte dei cibi responsabili di gravi incidenti da soffocamento hanno i seguenti requisiti: sono piccoli, rotondi o con forma cilindrica conforme alle vie aeree (uva, hot dog, wurstel, ciliegie, mozzarelline, carote a fette, arachidi, pistacchi), sono appiccicosi o si sfilacciano (finocchio, prosciutto crudo) o di solida consistenza (pere, pesche, prugne, susine, biscotti fatti in casa).
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