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Nella storia dell’epidemia di Aids non c’è stato nessun «paziente zero». Ci sono voluti più di trent’anni e una nuova tecnica di analisi genetica, ma alla fine lo steward dell’Air Canada additato come il primo responsabile della diffusione del virus Hiv negli Stati Uniti è stato scagionato. E, soprattutto, è stata riscritta la storia dell’epidemia. È quanto rivelato da una ricerca pubblicata su «Nature» e coordinata da Michael Worobey, docente di biologia evoluzionistica all’Università Arizona di Tucson.

La bufala del «paziente zero»

Il virus dell’Hiv, agente responsabile dell’Aids, sarebbe balzato dai Caraibi a New York agli inizi degli anni ’70. E da lì, negli anni successivi, s’è poi diffuso in tutti gli Stati Uniti. È questo il passaggio-chiave che emerge dalla pubblicazione, a cui i ricercatori sono giunti dopo aver analizzato oltre duemila campioni biologici raccolti negli Stati Uniti fra il 1978 e il 1979. Gli studiosi hanno utilizzato una tecnica di analisi molecolare che ha permesso di esaminare il materiale genetico del virus Hiv, anche deteriorato, con un dettaglio senza precedenti. Così è stato possibile dimostrare che già negli anni ’70 il virus aveva subito mutazioni e che probabilmente derivava da un ceppo che in passato aveva causato un’epidemia nei Caraibi. Sono stati analizzati anche i campioni del «paziente zero»: Gaetan Dugas, morto a 31 anni nel 1984 e additato come responsabile della diffusione dell’Aids negli Stati Uniti nel libro «And the Band Played On» (firmato dal giornalista Randy Shilts). Contro di lui andò giù duro pure il «New York Post», bollandolo in prima pagina come «l’uomo che ci ha dato l’Aids».

I primi contagi risalgono agli anni ’70

I risultati delle analisi - che fanno seguito a un altro lavoro pubblicato su «Science» cinque mesi fa - hanno invece indicato che il materiale genetico del virus Hiv nei campioni di Dugas era analogo a quello dei ceppi già in circolazione in Usa. Il paziente, secondo i ricercatori, è stato vittima di un errore di interpretazione. Per anni Dugas è stato infatti definito il «paziente O», indicando con la lettera la sua origine («Outside of California»). L’etichetta è stata mal interpretata negli anni successivi: da qui la definizione di «paziente zero». Un errore tipografico che è poi entrato a far parte della letteratura scientifica, al punto da far finire all’indice Dugas. In realtà il virus dell’Hiv era già entrato in circolo negli Stati Uniti a partire dai primi anni ’70. I primi contagi furono registrati a New York, dove il patogeno era probabilmente stato portato da qualcuno che lo aveva contratto a Haiti o in un altro Stato caraibico. Nel 1975 fu la volta di San Francisco. Da quel momento in avanti partì la cascata dei contagi. Nonostante l’assenza di prove, però, Dugas fu indicato come l’«untore». Qualcuno arrivò pure a riportare una sua fantomatica risposta a un medico che gli consigliava di praticare sesso sicuro: «C’è chi ha contagiato me, adesso io contagio gli altri». Tutto falso, racconta oggi la scienza. Dugas è stato una vittima dell’Aids, non l’artefice.

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