«Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni. A lungo termine, bere caffè ha un effetto positivo». Analoghi effetti positivi sulla salute del cuore, seppur di più lieve entità, si riconducono all'assunzione di cioccolato fondente all'85-90%. Così Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino che ha ospitato le Giornate Cardiologiche Torinesi “Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology”.
«Il chicco di caffè - spiega Marra - è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura». Quest'anno, il meeting è incentrato sulla prevenzione. «Certamente possiamo affermare che negli ultimi vent'anni abbiamo a disposizione nuovi farmaci, nuove tecniche chirurgiche, che indubbiamente hanno ridotto la mortalità, ma per tre quarti il merito è della prevenzione - spiega Marra - ed è principalmente su questo fattore che noi medici dobbiamo impegnarci». Ma oltre alla coscienza dei fattori di rischio, altro punto determinante è la conoscenza di ciò che fa bene alla salute del nostro cuore e dell'organismo in generale. In questo senso la novità più interessante, e per molti versi inaspettata, è costituita dal caffè.
«Esistono dati - rimarca Marra - su oltre 10mila individui che rivelano che chi assume caffè, su lungo periodo, ha meno ansia, dorme meglio, non ha la pressione più alta rispetto a chi non lo beve. Uno studio francese che ha analizzato oltre 200mila persone, su un periodo di 8-10 anni, riferisce dati positivi sulla mortalità. I dati piemontesi confermano che chi beve caffè ha un umore migliore, meno ansia, riposa meglio, non ha pressione o colesterolo più alti».