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L’emergenza è in Yemen, dove i 120 casi (con 14 morti) registrati nel 2017 si stanno sommando all’epidemia di colera in corso: oltre settecentomila le persone contagiate, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Con il calo delle vaccinazioni, in condizioni igienico-sanitarie precarie, torna a diffondersi pure la difterite, nei cui confronti si è normalmente coperti da una delle prime vaccinazioni a cui vengono sottoposti i neonati: nella formula esavalente che protegge anche dal tetano, dalla pertosse, dalla poliomielite, dall’epatite B e dall’infezione da Haemophilus influenzae B.

Oltre al Paese arabo, anche in Venezuela si sta registrando un’epidemia, come dichiarato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie Infettive (Ecdc). In Sudamerica, nel 2017, sono 511 i probabili casi di infezione: dei quali almeno uno su tre risulta confermato pure dalle indagini di laboratorio.

I rischi per il Vecchio Continente, al momento, sono considerati bassi. Ma vista la tendenza generale al calo delle vaccinazioni, occorre tenere alta la guardia alta a tutte le latitudini . «È la conferma che se cala la copertura vaccinale, la difterite ritorna», commenta Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università di Pisa.

La difterite in Italia

In Europa, la malattia non s’era più vista nei trent’anni precedenti. Nel 2016, però, si sono registrati i decessi di due bambini: prima in Spagna, poi in Belgio. Nel nostro Paese il primo a lanciare l’allarme nei mesi scorsi è stato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi .

E in effetti lungo la Penisola dal 2015 a oggi, dopo quasi due decenni di assoluta assenza, si è assistito a un aumento delle segnalazioni di infezioni causate dal Corynebacterium diphtheriae, il batterio responsabile della difterite.

In totale sono stati notificati otto casi. Nella forma più classica e grave, la malattia infettiva acuta, potenzialmente fatale, si presenta come malattia respiratoria che si manifesta a livello delle vie aeree superiori: naso, faringe, laringe e trachea. Esiste inoltre una forma di difterite cutanea, maggiormente diffusa nelle aree tropicali ma riscontrata in un caso anche in Italia negli ultimi due anni, che si manifesta con la formazione di lesioni cutanee che tendono ad ulcerarsi. L’infezione si trasmette da uomo a uomo per via aerea (starnuti, tosse) o per contatto diretto (lesioni cutanee).

Raccomandazioni per chi viaggia

Alla luce dei focolai presenti in Yemen e in Venezuela, gli esperti dell’Ecdc invitano tutte le persone dirette verso queste aree a consultare il proprio medico per quanto riguarda lo stato di vaccinazione. La profilassi va infatti richiamata all’età di 6 e 14 anni, ma lungi dall’essere assoluto il rispetto di questa indicazione. Da qui l’indicazione - nel caso in cui al rientro da queste località si avvertano tonsilliti, faringiti, perdita di siero e sangue dal naso e lesioni cutanee - a consultare il proprio medico. In caso di conferma dell’infezione, il trattamento deve essere tempestivo

Twitter @fabioditodaro

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