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Sono le donne al centro della Giornata Mondiale del Diabete 2017 che si celebra domani in tutto il mondo. Otto donne su cento nel mondo soffrono di diabete, malattia in costante e rapida espansione, in particolare nei paesi a basso e medio reddito. Secondo i dati dell’Oms, il numero di persone con diabete è passato da 108 milioni nel 1980 a 422 milioni nel 2014.

Secondo le stime attuali dell’International Diabetes Federation, questo numero è destinato ad aumentare a 642 milioni nel 2040. Nel nostro paese, i dati dell’Osservatorio ARNO Diabete, nato da una collaborazione tra Società italiana di diabetologia SID e CINECA, documentano che il tasso di prevalenza totale del diabete in Italia è pari al 6.2 per cento.

COSTI DELLA MALATTIA

Il diabete rappresenta un grave onere a carico dei bilanci economici dei sistemi sanitari nazionali. I soli costi indiretti, secondo studio della London School of Economics, ammontano a 12 miliardi di euro in gran parte attribuibili a prepensionamenti e assenze dal lavoro. La maggior parte della spesa associata alla malattia diabetica è determinata dal trattamento delle complicanze, non solo nell’anno di insorgenza della complicanza stessa, ma anche stabilmente negli anni successivi.

DONNE E DIABETE

Quest’anno la Giornata Mondiale è dedicata alle donne: «Hanno un maggior rischio cardiovascolare associato al diabete, un rischio di coronaropatia aumentato del 44% rispetto agli uomini e un maggior rischio di ictus» spiega Giorgio Sesti, presidente della SID. Questo potrebbe dipendere da differenze ormonali, che condizionano una diversa distribuzione del grasso corporeo e dunque da una diversa distribuzione dei fattori di rischio.

Ma possono giocare un certo ruolo anche le differenze nella presentazione clinica della malattia, che possono ritardare la diagnosi e l’avvio di procedure salva-vita. Inoltre, le donne con diabete muoiono di più sia per le complicanze micro che per quelle macrovascolari; sono più a rischio di perdere la vista per retinopatia diabetica rispetto ai maschi e hanno un rischio raddoppiato di depressione.

Infine, conclude il presidente Sesti, «le donne con diabete tipo 2, anche a parità di cura erogata, non raggiungono i target dei fattori di rischio consigliati dalle società scientifiche al pari degli uomini, anche se le ragioni di questa disparità sono ancora oggetto di indagine».

LA GRAVIDANZA

Se, da una parte, un cambiamento del metabolismo del glucosio è fisiologico in gravidanza, dall’altra, a causa del generale aumento di sovrappeso e di obesità, l’incidenza del diabete gestazionale è in crescita in tutto il mondo e anche in Italia dove, con gli attuali criteri diagnostici, si stima che esso si sviluppi nel 10-12% delle gravidanze. Le donne devono prestare attenzione all’alimentazione e allo stile di vita perché i dati indicano che maggiore è il glucosio basale, maggiore è il rischio di complicanze in gravidanza.

Il diabete gestazionale «rappresenta una condizione di rischio importante, ma spesso sottovalutata, sia per la salute della madre che per quella del bambino» spiega la professoressa Simona Frontoni, presidente SID Lazio e coordinatrice nazionale delle attività della SID per la Giornata mondiale del diabete. «Inoltre, un numero significativo di donne affette da diabete gestazionale sviluppa successivamente il diabete di tipo 2, contribuendo in maniera significativa all’aumento dell’onere sanitario di questa patologia». Ma il diabete, per le donne, può significare anche difficoltà a concepire un figlio.

UNA MALATTIA DA NON SOTTOVALUTARE

«Il numero di persone che muoiono ogni anno a causa o anche a causa del diabete è di poco inferiore al numero di persone che muoiono a causa del cancro (circa 130 mila rispetto a 160 mila)» afferma Enzo Bonora, presidente della Fondazione Diabete Ricerca onlus. «Di questo non c’è sufficiente percezione e la conseguenza è un’insufficiente determinazione nella lotta alla malattia».

Eppure, in Italia ogni 10 minuti una persona con diabete ha un infarto oppure un ictus o sviluppa un problema serio alla vista; ogni 52 minuti una persona con diabete subisce un’amputazione; ogni 4 ore una persona con diabete deve iniziare la dialisi e ogni 5 minuti una persona muore a causa del diabete o avendo il diabete come concausa importante.

PREDIABETE

È una condizione in cui la glicemia è già a livelli superiori alla norma, non necessariamente progredisce verso il diabete conclamato, ma il rischio di progressione è certamente elevato. Può essere in una condizione di prediabete e a rischio di sviluppare il diabete «chi è in eccesso ponderale e sedentario, chi ha familiarità con il diabete, ha più di 45 anni, è una donna che ha avuto il diabete gestazionale o ha partorito un figlio di peso superiore ai 4kg» spiega Francesco Purrello, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia SID. In questo caso, bisogna assolutamente controllare il peso corporeo e la nutrizione.

PREVENIRE

In Italia circa 10 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare diabete e di queste circa un quarto svilupperà la malattia nei prossimi 10 anni se non si farà nulla per evitarlo. Per questi motivi la SID ha quest’anno promosso in collaborazione con Federfarma una campagna nazionale di screening del diabete presso le farmacie, allo scopo di sensibilizzare la popolazione generale e in particolare quella a rischio di malattia all’importanza di valutare il rischio di sviluppare diabete e a eseguire un esame gratuito della glicemia per fare emergere dal sommerso questa patologia che si stima essere misconosciuta in un milione di persone.

AMBIENTE URBANO

«Il diabete è uno tsunami che avanza: si sta rivelando la malattia più rilevante e potenzialmente pericolosa del nostro secolo, per la crescita continua ed esponenziale della sua prevalenza e per la mortalità e le complicanze invalidanti correlate». Parola di Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute che, insieme a Anci, Istituto superiore di sanità, le società scientifiche della diabetologia (AMD-Associazione medici diabetologi e SID-Società italiana di diabetologia) e della medicina generale (SIMG-Società italiana di medicina generale) e Cittadinanzattiva ha firmato il documento «Italian Urban Diabetes Charter» per affrontare insieme un aspetto particolarmente preoccupante della crescita del diabete. Tra gli addetti ai lavori, infatti, si sta facendo strada il concetto di «diabete urbano o urban diabetes», chef a riferimento all’aumentata prevalenza di diabete di tipo 2 nelle aree urbane, dove entro il 2050 abiteranno 2 esseri umani su 3. Per questa ragione è necessario contrastare sedentarietà, obesità e malnutrizione, insomma tutte le cattive abitudini tipiche della vita urbana che sono fattori di rischio per il diabete. In che modo? Attraverso l’adozione di politiche trasversali che vadano oltre l’aspetto squisitamente sanitario e che puntino alla salute del cittadino agendo in ogni ambito della sua quotidianità, dai trasporti al tempo libero.

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