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Sempre più giovani partecipano ai pellegrinaggi religiosi, hanno età compresa tra i 13 e i 35 anni con il desiderio di combattere malattie come la depressione, dipendenze e solitudine. «Sta cambiando negli ultimi anni il profilo del
pellegrino», sottolinea il dossier realizzato dall'Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari internazionali) che verrà presentato domenica a Lourdes in occasione dell'iniziativa internazionale «Colloquio, il magnificat, cantico della speranza» promosso dal santuario di Lourdes per la XXV Giornata Mondiale del Malato che quest'anno viene celebrata proprio nel santuario francese.


L'anno scorso su 35.138 pellegrini che si sono affidati all'Unitalsi per partecipare a un viaggio verso i luoghi sacri e in particolare a Lourdes - ben 8382 erano persone malate con diverse patologie. I giovani sono stati 3942 di cui 840 si sono dichiarati malati o disabili, tra questi una buona parte con alle spalle problemi di depressione, sindromi fobiche, dipendenze e soprattutto tanta solitudine.

Dal focus emerge il fatto che tra gli 840 giovani che si sono dichiarati malati o disabili il 33,5% soffre di depressione, il 10% da psicosi, il 3% da schizofrenia, il 2,5% da disturbi generalizzati dello sviluppo, il 2% da sindromi fobiche, l'1,5% da disturbi del comportamento alimentare e lo 0,5% da dipendenza da droghe. Il resto è legato a patologie neurologiche.
Dal focus Unitalsi si evidenzia anche il fatto che sul campione complessivo di malati (8382) sono state riscontrate 10.737 patologie. Le più diffuse sono quelle del sistema cardiovascolare (52,9%), del tessuto connettivo (36,2 %), neurologiche (38,4%), psichiatriche (27,5%). In molti casi un malato presenta più di una
patologia. Inoltre, il 74% sono donne e il 36% maschi. Dal campione risulta anche che il 70% dei malati è deambulante, 14% è su carrozzina, il 14 % usa le stampelle mentre solo il 2 % è in barella.

«Il nostro dossier - dichiara Antonio Diella, presidente nazionale dell'Unitalsi - ci dice che i pellegrini prima delle cure mediche hanno bisogno di un solido sostegno umano e spirituale. Solitudine, depressione e dipendenze sono queste le nuove frontiere della sofferenza umana che spesso ritroviamo nei nostri pellegrinaggi. La presenza a Lourdes delle persone disabili e malate è una costante nella nostra storia, ma oggi l'Unitalsi è chiamata ad affrontare nuove sfide per essere uno strumento di consolazione non solo per malattie del corpo, ma soprattutto dell'anima».

«Il dato sui giovani - spiega Federico Baiocco, responsabile nazionale medici Unitalsi - è veramente significativo
perché ci indica il fatto che le nuove generazioni sono sempre più alla ricerca di punti di riferimento solidi e duraturi. Nel pellegrinaggio i ragazzi vedono una chance importante per fuggire dalla depressione, dalla solitudine ed anche dalle dipendenze. Non chiedono un miracolo, ma solo di potere fare un viaggio che è prima di tutto un percorso spirituale ed umano».


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