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La dieta Mima Digiuno, regime alimentare ideato dai ricercatori dell’University of Southern California (USC) a Los Angeles e che molto ha fatto parlare di sé, è «fattibile, sicura ed efficace nell’uomo».

Lo dicono i risultati del primo studio clinico randomizzato, apparso sulla rivista Science Translational Medicine e condotto dall’italiano Valter Longo, direttore del Longevity Institute della USC e del Laboratorio di Longevità e Cancro all’Istituto IFOM di Milano, che spiega come i risultati ottenuti siano in linea con quelli degli altri studi già condotti su animali in termini di riduzione di rischio cardiovascolare, diabete, malattie cardiache e legate all’invecchiamento, attraverso i meccanismi di ringiovanimento e rigenerazione dei tessuti che la particolare dieta scatena.

Il regime alimentare è composto da proteine (11-14%), carboidrati (42-43%) e grassi (46%), per una riduzione calorica complessiva per un consumo calorico compreso tra le 750 e le 1000 calorie al giorno. Questo schema - scrivono gli autori dello studio – è «fattibile, sicuro ed efficace nella riduzione del peso corporeo, della circonferenza addominale, dell’indice di massa corporea, del grasso corporeo totale e di quello addominale, della pressione sanguigna sistolica, così come del fattore di crescita insulino-simile, IGF-1».

La dieta, seguita per cinque giorni consecutivi una volta al mese per tre mesi da un centinaio di soggetti di età compresa tra i 20 e i 70 anni reclutati in California, ha ridotto i fattori di rischio cardiovascolare tra cui la pressione sanguigna, i segni di infiammazione (misurata dai livelli di proteina C-reattiva), così come il livello di glucosio a digiuno e quelli del fattore di crescita insulino-simile di tipo 1 (IGF-1), coinvolto nei processi di sintesi delle biomolecole e regolatore chiave della proliferazione cellulare. Inoltre, la dieta mima digiuno ha portato ad una riduzione del girovita e una perdita di peso, di grasso corporeo totale e del grasso addominale, ma non della massa muscolare.

Il digiuno sembra essere più vantaggioso per coloro che hanno i fattori di rischio come pressione alta, la glicemia elevata o coloro che sono obesi: «Il miglioramento dei valori di pressione, colesterolo, glucosio, IGF-1 è stato significativo nei soggetti che li avevano fuori norma, mentre in chi li aveva nella norma sono rimasti inalterati; anche se per esempio igf-1 è sceso anche se in misura minore, anche nei pazienti con valori normali ma potenzialmente rischiosi» spiegato Longo. Dalle visite di controllo, realizzate a circa tre mesi dalla fine della sperimentazione, è emerso che «la maggior parte degli effetti era ancora presente, anche se i fattori stavano risalendo – ci ha spiegato Longo - Quindi pensiamo che gli effetti in media durino dai 2 ai 4 mesi».

Risultati soddisfacenti e senza alcuna segnalazione di eventi avversi sono stati riportati anche per le 3000 persone non coinvolte in questo studio, sia sane che malate, che hanno seguito in Italia, Stati Uniti e Regno Unito, sotto il controllo dei loro medici, la stessa dieta mima digiuno testata all’USC.

«Siamo vicini ad iniziare a reclutare pazienti con diabete e malattie autoimmuni (mentre siamo quasi alla fine degli studi su quelle neoplastiche) per i nuovi studi clinici di fase III al termine dei quali la Food and drug administration (FDA, ente governativo americano che si occupa che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) potrebbe approvare la dieta mima digiuno come trattamento» ha annunciato Valter Longo, fondatore e presidente del board scientifico della società L-Nutra che vende negli Stati Uniti i kit per seguire la dieta mima-digiuno denominata ProLon®, utilizzata anche nello studio. Il ricercatore in persona non riceve salari o compensi per questa sua posizione, inoltre tutte le sue azioni verranno donate alla sua fondazione e altre che sponsorizzano la ricerca.

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