«Ho pronto un testo di legge che prevede l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola dell’obbligo con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero. L’ho mandato oggi al presidente del Consiglio e lo porterò domani in Consiglio dei ministri». Lo ha annunciato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla trasmissione “Night Tabloid” che andrà in onda questa sera su Rai 2.
Il decreto, ora all’attenzione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, prevede che ogni anno il ministero della Salute pubblichi una lista di vaccinazioni obbligatorie. Sarebbe inoltre superata l’attuale distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate.
Dal 1999 nessun obbligo
L’obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritti a scuola decadde nel 1999, dopo che per oltre trent’anni, e cioè dal 1967, era stato invece indispensabile. Di conseguenza oggi è possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati. L’accordo già raggiunto tra ministero e Regioni punta però a reintrodurre con una legge nazionale l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione alla scuola materna su tutto il territorio nazionale. Obbligatorietà per la quale il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha oggi annunciato un prossimo decreto. Dopo 18 anni, l’obiettivo è dunque quello di ripristinare l’obbligo delle vaccinazioni a tutela della salute della popolazione.
Prima l’Emilia Romagna
L’Emilia Romagna è stata la prima Regione ad aver varato una legge sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento che rende obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l’iscrizione agli asili comunali e convenzionati.
La norma attuale prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami. Le regole che permettono di essere ammessi a scuola senza certificato di vaccinazione entrarono in vigore dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie. Modificarono le regole del 1967 che stabilivano l’obbligo di presentare il certificato per essere ammessi a scuola. Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno è la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, seguita a sentenze della magistratura che reintegravano alla frequenza scolastica alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento della scuola verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettività. Ma nel maggio ’98, l’ultima sanatoria con la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.
I dati dell’Oms
La decisione di tornare ora all’obbligatorietà a livello nazionale si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95% della popolazione. In Italia le vaccinazioni attualmente obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema sanitario nazionale ne incentiva l’uso e la gratuità. Con l’accordo raggiunto, l’obiettivo è invece quello di rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazione previste nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19.
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