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È la conferma di quanto una fetta sempre più corposa di medici - di tutte le specialità - afferma da tempo. La prevenzione è la risposta più efficace alle malattie: anche a quelle tipicamente degli uomini, che sono invece i più restii a prendersi cura della propria salute se non una volta fatti i conti con i primi acciacchi. L’ultimo riscontro, in questo senso, giunge dalla comunità degli urologi italiani.

Un’attività fisica moderata ma costante, propedeutica al mantenimento di un adeguato peso corporeo, che necessita inevitabilmente anche di un controllo dei pasti, riduce di quasi un terzo i malanni per la prostata e, più in generale, per la salute sessuale. Fondamentale, dunque, è scegliere di adottare uno stile di vita sano fin dalla giovane età. Le scelte che si compiono in adolescenza e nei primi anni dell’età adulta contribuiscono di fatto a gettare basi solide per la salute dell’uomo anche negli anni a venire.

Attività fisica e peso forma «tesoretto» per la prostata

Le considerazioni emergono dalla lettura dei dati diffusi dalla Società Italiana di Urologia a consuntivo della campagna #Controllati2018. Durante l’iniziativa, svoltasi durante lo scorso autunno, sono stati 7.300 gli uomini visitati in oltre 150 centri sparsi lungo l’intera Penisola. Obbiettivo: controllare lo stato di salute del loro apparato uro-genitale, sia per sensibilizzarli a prendersene cura sia per eventualmente giungere al riscontro precoce di una condizione patologica. Durante le visite sono state compilate, in forma anonima, oltre 2.800 schede da uomini a cui è stato richiesto anche di inserire informazioni riguardanti lo stile di vita e l’attività fisica praticata in giovane età (a 25 anni) e al momento della visita. Scopo dell’indagine: valutare la relazione di efficacia movimento-prevenzione urologica. I dati raccolti non lasciano dubbi. La vita «pantofolaia» da giovani incide (in negativo) sul benessere della prostata. Dall’indagine è emerso che il rischio di sviluppare l’ipertrofia prostatica benigna era ridotto del 25 per cento in coloro che praticavano attività fisica (moderata o intensa) fin da giovani. Uguale effetto risultano avere i chili in eccesso: perduranti condizioni di sovrappeso e obesità sono risultate associate a un rischio di vedere ingrossarsi la prostata del 32 per cento (rispetto alle persone normopeso).

Sindrome metabolica fattore di rischio per la salute della prostata

Queste condizioni sono risultate essere predisponenti pure all’insorgenza della disfunzione erettile . «Avere una vita sana da giovani, prima dei 25 anni protegge dal rischio di sviluppare in età adulta malattie urologiche - commenta Walter Artibani, segretario generale della Società Italiana di Urologia -. Gli ultimi dati confermano come sia importante fare qualcosa per il benessere urologico fin da giovani, seguendo una dieta varia ed equilibrata e soprattutto riscoprendo l’importanza dell’attività fisica». Secondo Fabio Parazzini, ricercatore del dipartimento di scienze cliniche e di comunità dell’Università degli Studi di Milano e autore dello studio, «questi dati confermano l’impatto importante del peso in eccesso sulla salute della prostata». L’indagine ha inoltre dimostrato, come dato nuovo, «che la sindrome metabolica , considerata un fattore di rischio per diverse malattie croniche, influenza il rischio adulto di sviluppare l’ipertrofia prostatica da adulto».

Twitter @fabioditodaro

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