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Gestire i bambini piccoli è tutt’altro che semplice soprattutto in età prescolare. Bisogna fare i conti con la loro vivacità, con la loro testardaggine, la loro innata capacità di non ascoltare, ma di voler sperimentare tutto, anche le situazioni più pericolose.

A volte nonostante tutta la pazienza e la dedizione possibile, soddisfare adeguatamente i loro bisogni è complicato, come pure strutturare le loro attività: come fronteggiare la loro irruenza durante una telefonata di lavoro o quando si è per strada? Ci si ritrova a sperare più o meno consapevolmente che, almeno per qualche minuto stiano buoni e che vengano affascinati e rapiti da un gioco, da un cartone animato o da una qualunque situazione.

Spesso un tablet o un cellulare hanno il potere di affascinare e immobilizzare anche i più scalmanati. La pandemia di coronavirus ha visto anche i genitori più riluttanti costretti a far familiarizzare i bambini di casa con la tecnologia, per non separarli definitivamente dalle insegnanti della scuole dell’infanzia. Persino gli asili nido si sono attrezzati con i sistemi online per far sentire la loro presenza anche ai piccolissimi.

“Primissime letture”, una collana di racconti per aiutare bimbi e genitori a leggere e imparare

L’importanza di parlare ai più piccoli

Interagire con i piccoli e parlare molto con loro resta di fondamentale importanza, per quanto possa risultare estremamente difficoltoso. «I bambini di oggi hanno più difficoltà di linguaggio rispetto a quelli di qualche decennio fa: questo è un dato di fatto e non una leggenda metropolitana - afferma Alberto Pellai medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano - La ricerca conferma che i minori hanno più difficoltà di linguaggio oggi e soprattutto un vocabolario che al termine dell’età evolutiva, risulta essere più scarso e povero di parole rispetto a quello delle generazioni precedenti. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che è aumentato in modo significativo il tempo speso in attività schermo-mediate, che non prevedono la presenza di altre persone. Sono le relazioni interpersonali e le comunicazioni che avvengono al loro interno a facilitare nel bambino lo sviluppo e l’apprendimento del linguaggio».

Lo studio

Uno studio recente condotto presso l’Università di York e pubblicato sulla rivista Child Development ha evidenziato quanto sia importante per il rendimento scolastico dei bambini, l’abitudine e la capacità di parlare. Sviluppare le abilità linguistiche dipende anche dalla capacità dei genitori di interagire con i propri figli e dalla capacità di coinvolgerli nelle conversazioni. Dallo studio in questione è emerso che i bambini abituati a parlare e in grado di farlo bene già in età prescolare incontrano meno difficoltà durante il loro percorso scolastico. Gli autori dello studio insistono sull’importanza, indipendentemente dall’estrazione sociale e dalle condizioni socio-economiche di ogni famiglia, di coinvolgere i bambini nei discorsi degli adulti, di aiutarli nel racconto del mondo e destare la loro attenzione con la lettura.

Cosa fare nello specifico?

Come comportarsi con i bambini in età prescolare? Quali attività preferire in loro compagnia per favorire lo sviluppo di un vocabolario adeguato? Lo suggerisce il professor Pellai: «Coinvolgere i bambini nella lettura animata, leggendo e rileggendo insieme un libro illustrato. Nel rileggere il libro permette al bambino di dire lui le parole che connotano lo sviluppo della storia, fino a pervenire ad una narrazione della storia che non prevede più la lettura, ma il racconto personale che l’adulto ne fa sostenuto dalle parole che il bambino inserisce autonomamente all’interno delle stesse. Può essere molto utile, inoltre, recitare insieme ninne-nanne e filastrocche oppure imparare e cantare insieme canzoni adatte ai bambini. Oltre, naturalmente, a stare al suo fianco nel corso della giornata, interagendo verbalmente con lui in occasione dei vari momenti e delle differenti attività condivise nel quotidiano».

Gestire i bambini piccoli è tutt’altro che semplice soprattutto in età prescolare. Bisogna fare i conti con la loro vivacità, con la loro testardaggine, la loro innata capacità di non ascoltare, ma di voler sperimentare tutto, anche le situazioni più pericolose.

A volte nonostante tutta la pazienza e la dedizione possibile, soddisfare adeguatamente i loro bisogni è complicato, come pure strutturare le loro attività: come fronteggiare la loro irruenza durante una telefonata di lavoro o quando si è per strada? Ci si ritrova a sperare più o meno consapevolmente che, almeno per qualche minuto stiano buoni e che vengano affascinati e rapiti da un gioco, da un cartone animato o da una qualunque situazione.

Spesso un tablet o un cellulare hanno il potere di affascinare e immobilizzare anche i più scalmanati. La pandemia di coronavirus ha visto anche i genitori più riluttanti costretti a far familiarizzare i bambini di casa con la tecnologia, per non separarli definitivamente dalle insegnanti della scuole dell’infanzia. Persino gli asili nido si sono attrezzati con i sistemi online per far sentire la loro presenza anche ai piccolissimi.

“Primissime letture”, una collana di racconti per aiutare bimbi e genitori a leggere e imparare

L’importanza di parlare ai più piccoli

Interagire con i piccoli e parlare molto con loro resta di fondamentale importanza, per quanto possa risultare estremamente difficoltoso. «I bambini di oggi hanno più difficoltà di linguaggio rispetto a quelli di qualche decennio fa: questo è un dato di fatto e non una leggenda metropolitana - afferma Alberto Pellai medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano - La ricerca conferma che i minori hanno più difficoltà di linguaggio oggi e soprattutto un vocabolario che al termine dell’età evolutiva, risulta essere più scarso e povero di parole rispetto a quello delle generazioni precedenti. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che è aumentato in modo significativo il tempo speso in attività schermo-mediate, che non prevedono la presenza di altre persone. Sono le relazioni interpersonali e le comunicazioni che avvengono al loro interno a facilitare nel bambino lo sviluppo e l’apprendimento del linguaggio».

Lo studio

Uno studio recente condotto presso l’Università di York e pubblicato sulla rivista Child Development ha evidenziato quanto sia importante per il rendimento scolastico dei bambini, l’abitudine e la capacità di parlare. Sviluppare le abilità linguistiche dipende anche dalla capacità dei genitori di interagire con i propri figli e dalla capacità di coinvolgerli nelle conversazioni. Dallo studio in questione è emerso che i bambini abituati a parlare e in grado di farlo bene già in età prescolare incontrano meno difficoltà durante il loro percorso scolastico. Gli autori dello studio insistono sull’importanza, indipendentemente dall’estrazione sociale e dalle condizioni socio-economiche di ogni famiglia, di coinvolgere i bambini nei discorsi degli adulti, di aiutarli nel racconto del mondo e destare la loro attenzione con la lettura.

Cosa fare nello specifico?

Come comportarsi con i bambini in età prescolare? Quali attività preferire in loro compagnia per favorire lo sviluppo di un vocabolario adeguato? Lo suggerisce il professor Pellai: «Coinvolgere i bambini nella lettura animata, leggendo e rileggendo insieme un libro illustrato. Nel rileggere il libro permette al bambino di dire lui le parole che connotano lo sviluppo della storia, fino a pervenire ad una narrazione della storia che non prevede più la lettura, ma il racconto personale che l’adulto ne fa sostenuto dalle parole che il bambino inserisce autonomamente all’interno delle stesse. Può essere molto utile, inoltre, recitare insieme ninne-nanne e filastrocche oppure imparare e cantare insieme canzoni adatte ai bambini. Oltre, naturalmente, a stare al suo fianco nel corso della giornata, interagendo verbalmente con lui in occasione dei vari momenti e delle differenti attività condivise nel quotidiano».