Tute slabbrate e logore sfoggiate di giorno si alternano a comodi pigiami: abbracci rassicuranti per la notte che verrà. Mattarelli sventolati al vento, tra farina e impasti, utilizzati per occupare il tempo della noia e della preoccupazione.
Il cibo che consola e stordisce ansie e guai regala qualche chilo di troppo, generatore di impacci e imbarazzi sotto le lenzuola.
L’assenza, sin troppo protratta, del parrucchiere e del barbiere, trasforma i partner conviventi in uomini delle caverne, non proprio destinatari di abbondanti quote di desiderio sessuale, indispensabile fiamma per far divampare la sessualità.
Senza dimenticare i nonni in pausa, validi aiuti e amorevoli babysitter, il cui supporto è assolutamente indispensabile per lasciare spazio e tempo alla coppia per incontrarsi in perfetta solitudine, rigenerarsi e amarsi ancora.
I partner, dall’otto marzo in poi, si sono ritrovati, tutt’un tratto e tutti i giorni, l’uno accanto all’altro, talvolta in uno spazio ristretto e per di più abitato dai figli con le loro più variegate esigenze, dalle video lezioni, dal lavoro svolto in casa, da ansie e preoccupazioni da incertezza lavorativa, e dal dilagare della pandemia.
In questi mesi di costrizione e di coabitazione l’equilibrio delle coppie è stato messo a dura prova, con un’inevitabile ricaduta sul desiderio sessuale.
La convivenza facilita il desiderio o lo uccide?
La sessualità, anzi la sua longevità all’interno della stessa coppia, ha bisogno di tanti ingredienti, tutti assolutamente indispensabili. Uno tra questi è la distanza dal mondo dell’altro, non attuabile in quarantena forzata.
Il rapporto con lo spazio condiviso si è trasformato in una spina irritativa nel fianco del desiderio, facendolo camminare in equilibrio, come se fosse un funambolo, tra l’eccesso di vicinanza e le angosce da pandemia.
Una visione miope, sin troppo comune, associa la presenza del desiderio sessuale alla quantità di tempo che i partner hanno a loro disposizione; in realtà, non è affatto così.
Secondo questa teoria, le coppie in vacanza dovrebbero andare incontro, tutte le volte, a un’impennata della loro intimità.
Questo accade esclusivamente quando la coppia è felice (lo era prima della vacanza e lo sarà ancor di più in vacanza), sana e serena, innamorata, e in vacanza, per l’appunto. La dimensione vacanziera può diventare un potente afrodisiaco, ma si tratta, in ogni caso, di una condizione ben diversa dalla quarantena con il suo carico d’angosce.
Quindi, l’equazione lineare che collega la “quantità di tempo” con la quantità (e qualità) di rapporti sessuali è una lettura semplicistica e scarsamente consona alla complessità delle dinamiche di coppia.
Il desiderio si nutre di mancanza e di assenza, di attesa e della possibilità di procrastinare - quindi, desiderare e aspettare - l’incontro con l’altro, di sogni e di fantasie, elementi che per esistere e persistere hanno bisogno di distanza fisica. Assolutamente non attuabile al tempo della quarantena.
Un altro elemento amico del desiderio è il buonumore. Quando i partner, o uno dei due, è di cattivo umore o è angosciato o preoccupato per qualcosa, non riesce ad avere uno spazio mentale ed emozionale da dedicare alla dimensione ludica della sessualità.
Paura e desiderio, ansia e desiderio, deflessione del tono dell’umore e desiderio non abitano sotto le stesse lenzuola.
Quando la mente e il cuore vengono colonizzati da preoccupazioni o da angosce profonde, non sempre e non per tutti c’è spazio per la sessualità.
I mille volti del desiderio
Quando parliamo del desiderio, tra misteri e alchimie, siamo obbligati ad occuparci dei suoi mille volti.
Il desiderio, soprattutto in un clima emotivo da emergenza coronavirus, va incontro a frequenti fluttuazioni, battute d’arresto, derive e pause.
Può inciampare in una condizione di deflessione transitoria, che talvolta diventa cronica, può deflettersi nella sua condizione relazionale, intra-coppia, e avere un picco euforizzante extra-coppia, fuori dal confine geografico della coppia stabile.
In questi casi, davvero molto frequenti, l’elemento distanza e il gioco di ruoli diventano gli elementi afrodisiaci.
La salute sessuale e affettiva di una coppia non dipende soltanto da quanti rapporti sessuali ha durante una settimana o un mese, ma dalla qualità della vita relazionale in generale. La fluttuazione del desiderio sessuale può essere transitoria, clausura-correlata, ansia-correlata, crisi di coppia-correlata; non sempre denuncia una condizione patologica o una crisi di coppia silente.
La coppia può essere empatica e alleata senza preoccuparsi troppo della mancanza di desiderio, compensare con il dialogo emotivo e profondo nel tentativo di vivere con complicità questo periodo protratto di ansia, paura, reclusione intermittente e di casa invasa da lavoro e figli.
Un altro aspetto da analizzare, trascurato dal decreto e non contemplato nella fase due, è il desiderio dei single. Le persone single, in questa fase drammatica di solitudine estrema e di isolamento, hanno dovuto fare i conti con la mancanza dell’amore - hanno relegato il corteggiamento al flirting digitale - senza la possibilità di accedere a una possibile vita sessuale.
Uno sguardo va alle coppie stabili e longeve, alle coppie infelicemente sposate, agli amanti e alle coppie lat.
Per coppia lat (Living Apart Together) si intende la coppia pendolare. Coloro che per scelta o necessità vivono insieme ma lontani, insieme ma separati. Vicini di cuore ma distanti, o meglio, intermittenti di corpo. Si tratta di partner che per tutta una serie di motivi, concreti o simbolici, nonostante la distanza geografica rimangono coppie stabili. In questi casi il desiderio sessuale si nutre di distanza e di assenza, di viaggi e di incontri. Si tratta di un desiderio forte e ben concimato perché scorporato dalla quotidianità, nonché ben protetto dalla polvere erosiva della noia.
Coronavirus, desiderio di genitorialità, pillole di sessuologia e di speranza
Gli scenari cambiano quando parliamo di nascite. Le tante culle vuote pre-coronavirus non diventeranno magicamente piene grazie a una forzata convivenza.
Le problematiche sessuali, relazioni o di fertilità rimarranno invariate, se non aggravate dalla mancanza di una cura mirata.
Un aspetto da non sottovalutare è l’influenza nefasta della quarantena e del suo carico di preoccupazioni sul benessere psicologico ed economico, ambiti strettamente correlati tra di loro.
Il desiderio di allargare la famiglia, o di fare famiglia, è stato anch’esso messo in pausa dalle difficoltà economiche, dalla crisi sanitaria e dal timore del contagio dei partner e del bambino durante la gravidanza.
La crisi che ha investito le nostre vite, esattamente come tutte le crisi, può trasformarsi in risorsa, e la trappola per la salute sessuale diventare un trampolino.
Le coppie che sono state obbligate alla distanza fisica possono, o avrebbero potuto, compensare con la vicinanza del cuore, con le più segrete confessioni e con un’intimità verbale e cognitiva, preludio di quella del corpo.
Le coppie chiuse in casa senza distrazioni possono, o avrebbero potuto, adoperare il tempo condiviso per riscoprirsi e per condividere un tempo ritrovato, non obbligatoriamente sessuato.
Una strategia parafulmini pro-desiderio da poter attuare durante la quarantena e sempre è data dalla capacità di mantenere uno sguardo vigile sulla cura del corpo e della coppia. Doccia quotidiana, crema per il viso e per il corpo, capelli che profumano di shampoo e di buono, barba non troppo incolta o pungente, e un’attenzione costante alla qualità della relazione.
La cura del corpo fa bene al corpo e al cuore, a chi la mette in pratica e a chi ne beneficia, ai bambini che osservano e imparano, all’amore e alla sessualità.
Effettuare un editing continuo del legame d’amore non è patrimonio esclusivo delle coppie in crisi o in terapia, ma è una strategia salva coppia e salva intimità.
*Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica, a Catania e Roma. www.valeriarandone.it
Tute slabbrate e logore sfoggiate di giorno si alternano a comodi pigiami: abbracci rassicuranti per la notte che verrà. Mattarelli sventolati al vento, tra farina e impasti, utilizzati per occupare il tempo della noia e della preoccupazione.
Il cibo che consola e stordisce ansie e guai regala qualche chilo di troppo, generatore di impacci e imbarazzi sotto le lenzuola.
L’assenza, sin troppo protratta, del parrucchiere e del barbiere, trasforma i partner conviventi in uomini delle caverne, non proprio destinatari di abbondanti quote di desiderio sessuale, indispensabile fiamma per far divampare la sessualità.
Senza dimenticare i nonni in pausa, validi aiuti e amorevoli babysitter, il cui supporto è assolutamente indispensabile per lasciare spazio e tempo alla coppia per incontrarsi in perfetta solitudine, rigenerarsi e amarsi ancora.
I partner, dall’otto marzo in poi, si sono ritrovati, tutt’un tratto e tutti i giorni, l’uno accanto all’altro, talvolta in uno spazio ristretto e per di più abitato dai figli con le loro più variegate esigenze, dalle video lezioni, dal lavoro svolto in casa, da ansie e preoccupazioni da incertezza lavorativa, e dal dilagare della pandemia.
In questi mesi di costrizione e di coabitazione l’equilibrio delle coppie è stato messo a dura prova, con un’inevitabile ricaduta sul desiderio sessuale.
La convivenza facilita il desiderio o lo uccide?
La sessualità, anzi la sua longevità all’interno della stessa coppia, ha bisogno di tanti ingredienti, tutti assolutamente indispensabili. Uno tra questi è la distanza dal mondo dell’altro, non attuabile in quarantena forzata.
Il rapporto con lo spazio condiviso si è trasformato in una spina irritativa nel fianco del desiderio, facendolo camminare in equilibrio, come se fosse un funambolo, tra l’eccesso di vicinanza e le angosce da pandemia.
Una visione miope, sin troppo comune, associa la presenza del desiderio sessuale alla quantità di tempo che i partner hanno a loro disposizione; in realtà, non è affatto così.
Secondo questa teoria, le coppie in vacanza dovrebbero andare incontro, tutte le volte, a un’impennata della loro intimità.
Questo accade esclusivamente quando la coppia è felice (lo era prima della vacanza e lo sarà ancor di più in vacanza), sana e serena, innamorata, e in vacanza, per l’appunto. La dimensione vacanziera può diventare un potente afrodisiaco, ma si tratta, in ogni caso, di una condizione ben diversa dalla quarantena con il suo carico d’angosce.
Quindi, l’equazione lineare che collega la “quantità di tempo” con la quantità (e qualità) di rapporti sessuali è una lettura semplicistica e scarsamente consona alla complessità delle dinamiche di coppia.
Il desiderio si nutre di mancanza e di assenza, di attesa e della possibilità di procrastinare - quindi, desiderare e aspettare - l’incontro con l’altro, di sogni e di fantasie, elementi che per esistere e persistere hanno bisogno di distanza fisica. Assolutamente non attuabile al tempo della quarantena.
Un altro elemento amico del desiderio è il buonumore. Quando i partner, o uno dei due, è di cattivo umore o è angosciato o preoccupato per qualcosa, non riesce ad avere uno spazio mentale ed emozionale da dedicare alla dimensione ludica della sessualità.
Paura e desiderio, ansia e desiderio, deflessione del tono dell’umore e desiderio non abitano sotto le stesse lenzuola.
Quando la mente e il cuore vengono colonizzati da preoccupazioni o da angosce profonde, non sempre e non per tutti c’è spazio per la sessualità.
I mille volti del desiderio
Quando parliamo del desiderio, tra misteri e alchimie, siamo obbligati ad occuparci dei suoi mille volti.
Il desiderio, soprattutto in un clima emotivo da emergenza coronavirus, va incontro a frequenti fluttuazioni, battute d’arresto, derive e pause.
Può inciampare in una condizione di deflessione transitoria, che talvolta diventa cronica, può deflettersi nella sua condizione relazionale, intra-coppia, e avere un picco euforizzante extra-coppia, fuori dal confine geografico della coppia stabile.
In questi casi, davvero molto frequenti, l’elemento distanza e il gioco di ruoli diventano gli elementi afrodisiaci.
La salute sessuale e affettiva di una coppia non dipende soltanto da quanti rapporti sessuali ha durante una settimana o un mese, ma dalla qualità della vita relazionale in generale. La fluttuazione del desiderio sessuale può essere transitoria, clausura-correlata, ansia-correlata, crisi di coppia-correlata; non sempre denuncia una condizione patologica o una crisi di coppia silente.
La coppia può essere empatica e alleata senza preoccuparsi troppo della mancanza di desiderio, compensare con il dialogo emotivo e profondo nel tentativo di vivere con complicità questo periodo protratto di ansia, paura, reclusione intermittente e di casa invasa da lavoro e figli.
Un altro aspetto da analizzare, trascurato dal decreto e non contemplato nella fase due, è il desiderio dei single. Le persone single, in questa fase drammatica di solitudine estrema e di isolamento, hanno dovuto fare i conti con la mancanza dell’amore - hanno relegato il corteggiamento al flirting digitale - senza la possibilità di accedere a una possibile vita sessuale.
Uno sguardo va alle coppie stabili e longeve, alle coppie infelicemente sposate, agli amanti e alle coppie lat.
Per coppia lat (Living Apart Together) si intende la coppia pendolare. Coloro che per scelta o necessità vivono insieme ma lontani, insieme ma separati. Vicini di cuore ma distanti, o meglio, intermittenti di corpo. Si tratta di partner che per tutta una serie di motivi, concreti o simbolici, nonostante la distanza geografica rimangono coppie stabili. In questi casi il desiderio sessuale si nutre di distanza e di assenza, di viaggi e di incontri. Si tratta di un desiderio forte e ben concimato perché scorporato dalla quotidianità, nonché ben protetto dalla polvere erosiva della noia.
Coronavirus, desiderio di genitorialità, pillole di sessuologia e di speranza
Gli scenari cambiano quando parliamo di nascite. Le tante culle vuote pre-coronavirus non diventeranno magicamente piene grazie a una forzata convivenza.
Le problematiche sessuali, relazioni o di fertilità rimarranno invariate, se non aggravate dalla mancanza di una cura mirata.
Un aspetto da non sottovalutare è l’influenza nefasta della quarantena e del suo carico di preoccupazioni sul benessere psicologico ed economico, ambiti strettamente correlati tra di loro.
Il desiderio di allargare la famiglia, o di fare famiglia, è stato anch’esso messo in pausa dalle difficoltà economiche, dalla crisi sanitaria e dal timore del contagio dei partner e del bambino durante la gravidanza.
La crisi che ha investito le nostre vite, esattamente come tutte le crisi, può trasformarsi in risorsa, e la trappola per la salute sessuale diventare un trampolino.
Le coppie che sono state obbligate alla distanza fisica possono, o avrebbero potuto, compensare con la vicinanza del cuore, con le più segrete confessioni e con un’intimità verbale e cognitiva, preludio di quella del corpo.
Le coppie chiuse in casa senza distrazioni possono, o avrebbero potuto, adoperare il tempo condiviso per riscoprirsi e per condividere un tempo ritrovato, non obbligatoriamente sessuato.
Una strategia parafulmini pro-desiderio da poter attuare durante la quarantena e sempre è data dalla capacità di mantenere uno sguardo vigile sulla cura del corpo e della coppia. Doccia quotidiana, crema per il viso e per il corpo, capelli che profumano di shampoo e di buono, barba non troppo incolta o pungente, e un’attenzione costante alla qualità della relazione.
La cura del corpo fa bene al corpo e al cuore, a chi la mette in pratica e a chi ne beneficia, ai bambini che osservano e imparano, all’amore e alla sessualità.
Effettuare un editing continuo del legame d’amore non è patrimonio esclusivo delle coppie in crisi o in terapia, ma è una strategia salva coppia e salva intimità.
*Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica, a Catania e Roma. www.valeriarandone.it