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Non diminuiscono in Italia i bevitori a rischio: sono circa 8,6 milioni (23 per cento circa dei maschi e il 9 per cento delle donne) tra i quali oltre 2,7 milioni di anziani e 700mila minori (in particolare aumento tra le ragazze). Diminuiscono invece gli astemi e crescono complessivamente i consumatori (poco oltre il 65 per cento degli italiani), specie occasionali (45 per cento) e fuori pasto (30 per cento), e i consumi medi pro-capite (12 litri). Sono questi i dati principali diffusi dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso dell’ultima edizione dell’«Alcohol Prevention Day».

OGNI ANNO 17MILA MORTI PER COLPA DELL’ALCOL

«Il consumo rischioso e dannoso di alcol continua a connotarsi in Italia per un impatto sanitario e sociale sempre più preoccupante per milioni d’individui di tutte le fasce di età - osserva Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità -. Questo si manifesta con una serie di problematiche sociali sottostimate, legate all’assenteismo, alla perdita di lavoro e produttività, agli atti di violenza, ai maltrattamenti che sfuggono alla stigmatizzazione sociale per la scarsa consapevolezza dei rischi per la salute a fronte di una rilevante serie di conseguenze a breve, medio e a lungo termine».

I giovani, insieme agli anziani e alle donne, rappresentano il target di popolazione più vulnerabile al consumo di alcol . Nei minori, questo risulta infatti come la prima causa di morte, riconducibile soprattutto agli incidenti stradali. Nel resto della popolazione, invece, l’alcol miete vittime per cancro, cirrosi epatica e malattie cardiovascolari. Il totale fa 17mila decessi annui legati (direttamente o no) al consumo di alcol.

MENO SI BEVE, MEGLIO È

Il messaggio punta a raggiungere soprattutto quei ragazzi avvezzi alla pratica del «binge drinking»: circa quattro milioni nel 2017, soprattutto maschi, con 39mila accessi registrati pronto soccorso per intossicazione alcolica. Il bere compulsivo, oltre a mettere in immediato pericolo la salute e la sicurezza per gli effetti acuti legati alla perdita di controllo, non è d’aiuto nemmeno per la silhouette. Un bicchiere di vino abbondante, per esempio, ha lo stesso numero di calorie di una ciambella. E le molecole di alcol etilico influenzano sostanze come la grelina, un ormone che risulta coinvolto nei meccanismi di controllo del senso di sazietà. Piove dunque sul bagnato per le bevande alcoliche, senza differenza alcuna tra la birra e un rum, perché la letteratura scientifica dice - non servono ulteriori conferme - che dopo aver assunto alcol l’uomo è portato a ingurgitare alimenti ricchi in carboidrati o di scarsa qualità: snack, dolci e salati, panini, pasta e pizza. NCiò spiega perché molte persone mangiano di più quando bevono.

Attenzione dunque all’«effetto aperitivo»: la conseguenza potrebbe essere un indesiderato aumento del giro vita. Se poi si aggiungono la comparsa di temibili disturbi alimentari, (anoressia, bulimia e «drunkoressia»), lo scenario assume tinte fosche. Meno si beve, meglio è: questo il messaggio chiave da portare sempre con sé, quando si rischia di alzare troppo il gomito.

Twitter @fabioditodaro

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