Otto nuovi geni associati all’anoressia . La scoperta, pubblicata sulla rivista «Nature Genetics» al termine di uno studio che ha visto coinvolte oltre 70mila persone provenienti da 17 Paesi, fa luce su quella che può essere la predisposizione allo sviluppo del più diffuso disturbo del comportamento alimentare. Ma di fronte a una malattia così complessa, il rischio è quello di circoscrivere le sue cause al Dna. Così non è, invece.
Una scoperta per migliorare le cure?
L’anoressia nervosa è una malattia grave che compromette la vita delle persone, caratterizzata da un peso corporeo molto basso, una intensa paura di ingrassare e una mancanza di consapevolezza della gravità del sottopeso. Nell’ambito della psichiatria, si tratta della malattia con il più alto tasso di mortalità. «Finora la nostra attenzione si era solo focalizzata sugli aspetti psicologici dell’anoressia nervosa, come il forte desiderio di magrezza - sostiene Cindy Bulik, direttore del centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Università della North Carolina e coordinatrice della ricerca -. Questi risultati ci danno un motivo in più invece per aumentare la ricerca sul ruolo dei fattori metabolici nella comprensione del fenomeno principale di questa malattia: quello che porta spesso chi ne soffre a ricadere nel sottopeso, anche dopo una dieta ipercalorica». La specialista è convinta che non aver considerato questi fattori «potrebbe essere il motivo per cui la percentuale di guarigione è ancora insoddisfacente».
Le tante facce della genetica
Dallo studio emergono altre informazioni rilevanti: come quella che vede condivise alcune basi genetiche, tra l’anoressia e altri disturbi psichiatrici (il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione, l’ansia e la schizofrenia). I fattori genetici associati all’anoressia nervosa influenzerebbero anche l’attività fisica: questo potrebbe spiegare la tendenza delle persone con anoressia nervosa a essere iperattive. «I risultati di questa ricerca sono rilevanti perché confermano l’utilità dell'approccio multidisciplinare all'anoressia nervosa, sia nella ricerca delle sue cause sia nell'approccio terapeutico - commenta Angela Favaro, direttore del centro regionale per i disturbi dell’alimentazione dell’Università di Padova, che ha collaborato allo studio -. Quello che abbiamo scoperto, inoltre, è che l'anoressia nervosa è caratterizzata da evidenti aspetti metabolici che facilitano l'insorgenza della malattia. E che poi, una volta che la malattia è presente, portano a frequenti ricadute».
Psichiatria e metabolismo
Le basi genetiche dell’anoressia nervosa sembrerebbero infatti sovrapporsi con quelle legate alla definizione di alcuni tratti antropometrici (misure corporee) e metabolici (inclusa la glicemia e i grassi circolanti come i trigliceridi). Da qui la definizione dell’anoressia di disturbo «metabo-psichiatrico». «Le alterazioni metaboliche osservate nei pazienti con anoressia nervosa sono molto spesso attribuite al digiuno, ma questo studio dimostra che invece esse possono anche contribuire allo sviluppo della malattia», sottolinea Gerome Breen, docente di genetica psichiatria al King’s College di Londra. Motivo per cui «sarà importante considerare sia i fattori di rischio metabolici che psicologici nell’esplorare nuove strade per trattare in modo efficace questa malattia potenzialmente letale».
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