Sono oltre 6 milioni gli italiani con un problema alla tiroide, ghiandola fondamentale per il buon funzionamento di tutto il nostro corpo di cui si celebra sabato 25 maggio la Giornata Mondiale 2019 per sensibilizzare la popolazione in merito ai problemi connessi alle malattie della tiroide e alla loro prevenzione. La salute di questa piccola ghiandola infatti è fondamentale per evitare conseguenze su numerosi organi e apparati ed essere protetti dal rischio di osteoporosi, disturbi cognitivi, aumento dei livelli di colesterolo, malattie cardiovascolari, infertilità.
«La tiroide è un organo piccolo ma molto importante, coinvolto in diverse funzioni vitali: gli ormoni prodotti da questa ghiandola esercitano i loro effetti sul metabolismo e sulla funzionalità di tutti gli apparati del corpo, in particolare agiscono sulla funzione cardiovascolare, sul ritmo del sonno, il metabolismo delle ossa, intervengono inoltre nei processi di accrescimento e sviluppo del sistema nervoso ma, purtroppo, sono ancora tante le persone con una patologia tiroidea che non ricevono una diagnosi in tempi adeguati, non per inadeguatezza delle strutture sanitarie ma per la difficoltà ad interpretare sintomi aspecifici», spiega Paolo Vitti, Presidente SIE, Società Italiana di Endocrinologia, coordinatore e responsabile scientifico della Settimana Mondiale della Tiroide.
«Possiamo quindi dire che prendersi cura della tiroide è come prendersi cura di noi stessi ed è molto importante farlo nel modo corretto ad esempio evitando di dare ascolto ai falsi miti sull’alimentazione e soprattutto rivolgendosi a centri accreditati per diagnosi e terapie. Per questo il tema scelto per la Settimana Mondiale della Tiroide 2019 è ‘Amo la mia tiroide…e faccio la cosa giusta».
Il 10% delle donne sviluppa un disturbo alla tiroide durante la propria vita. L’ipotiroidismo, condizione nella quale la tiroide funziona poco a causa di una tiroidite o è stata asportata dal chirurgo, si corregge con l’assunzione di ormone tiroideo e colpisce circa il 5% della popolazione italiana, mentre circa l’1-2% è soffre di ipertiroidismo, condizione in cui questa ghiandola funziona troppo e si cura con farmaci che bloccano la produzione ormonale e, nei casi in cui è richiesto il trattamento definitivo, mediante terapia radiometabolica con radioiodio o intervento chirurgico di tiroidectomia. La causa più frequente di disturbi alla tiroide nella popolazione mondiale è la carenza di iodio, il cui fabbisogno quotidiano stimato di iodio è di 150 microgrammi per gli adulti, 90 per i bambini fino a 6 anni, 120 per i bambini in età scolare e 250 per le donne in gravidanza e durante l’allattamento. Va quindi seguita la raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità Oms di consumare sale iodato, capace di sopperire a eventuali carenze, in particolare nell’età pediatrica per assicurare un adeguato sviluppo psico-fisico dall’epoca prenatale fino all’adolescenza. Un’altra popolazione cui prestare attenzione è quella degli anziani, dove se da un lato l’ipertiroidismo può risultare difficile da diagnosticare perché i sintomi come palpitazioni, cadute accidentali e fratture possono essere facilmente confusi con altre patologie legate all’età, dall’altro l’organismo è più vulnerabile alle complicanze cardiovascolari e metaboliche dell’eccesso di ormoni tiroidei.
La società Europea di Endocrinologia ha deciso di concentrare l’attenzione della popolazione sui controlli e in particolare sulle forme sub-cliniche, ossia quelle in cui i valori non indicano una patologia conclamata ma che presentano alterazioni lievi capaci di creare problemi e che per questo devono essere tenute sotto controllo.
«Per monitorare le forme sub-cliniche è necessaria una sensibilità particolare anche perché alcuni (circa il 5%) sono destinati a trasformarsi in ipotiroidismo entro un anno. Sono bandiere rosse che sventolano ma che spesso sono ignorate anche a causa di un dibattito acceso sull’opportunità di trattamento» spiega il Professor Andrea Giustina, Presidente della Società Europea di Endocrinologia. Alterazioni ai limiti della norma si riscontrano nel 5-10% della popolazione.
La Settimana Mondiale della Tiroide è promossa da Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Associazione Italiana Medici Nucleari (AIMN), Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC), Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE) e il supporto della European Thyroid Association (ETA) e sostenuta con un contributo incondizionato da Ibsa Farmaceutici Italia, Merck Serono, Sanofi Genzyme e Esaote.