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Morbo di Crohn e colite ulcerosa fanno sempre meno paura. Complice lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di spegnere l’infiammazione, la cura delle malattie croniche dell’intestino si fa sempre più su misura. Il merito, soprattutto per i casi più gravi, è degli anticorpi. Queste molecole sono state le vere protagoniste dell’ultimo congresso ECCO (European Crohn’s and Colitis Organisation) svoltosi a Copenhagen.

Che cosa sono le MICI?

Le MICI (malattie infiammatorie croniche intestinali) sono delle patologie a carico dell’apparato digerente. Le principali sono il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Il primo è caratterizzato da un’infiammazione cronica dell’intestino che può colpire tutto il tratto gastrointestinale; la seconda colpisce in modo specifico il colon. Ad oggi si calcola che in Italia ne soffrano circa 250 mila persone, in gran parte giovani tra i 20 e i 40 anni di età. I sintomi più frequenti del morbo di Crohn e della rettocolite ulcerosa sono diarrea, spesso sanguinolenta, dolore addominale e dimagrimento.

Quali sono le cause?

Alla base delle MICI vi è un’eccessiva e incontrollata infiammazione. Le cause non sono ancora note. Verosimilmente sembrerebbe esistere una predisposizione genetica su cui possono agire fattori ambientali scatenanti. Obbiettivo principale delle cure è lo spegnimento dell’infiammazione. Il modo con cui farlo però dipende innanzitutto dall’età di insorgenza delle MICI e dal loro grado di evoluzione. Se la MICI si manifesta durante l’adolescenza è necessario scegliere terapie a lungo termine. Quando invece l’esordio è nell’anziano la scelta deve tenere conto delle altre patologie concomitanti.

Come si interviene?

La terapia farmacologica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento sia della colite ulcerosa che del morbo di Crohn. In generale, i farmaci servono a ridurre l’infiammazione nelle porzioni di intestino colpite contribuendo così ad alleviare i sintomi. Per la colite ulcerosa la terapia dipende dall’estensione del tratto di intestino crasso interessato e dalla gravità dell’infiammazione. Per il morbo di Crohn, la terapia farmacologica di prima linea è solitamente analoga a quella della colite ulcerosa. Tuttavia, per cercare di controllare l’infiammazione e come terapia di mantenimento per prevenire la ricorrenza dei sintomi si utilizzano più spesso farmaci immunosoppressori. Quando le terapie non risultano efficaci o se insorgono complicanze può rendersi necessario un intervento chirurgico.

Anticorpi nei casi più complessi

Ma se sino a poco fa -oltre ai farmaci tradizionali- non c’erano altre possibilità di intervento, oggi con i farmaci biologici è possibile controllare al meglio la malattia soprattutto nei casi refrattari ai trattamenti convenzionali. Particolarmente positivi sono i risultati con vedolizumab, un anticorpo capace nel Crohn di spegnere l’infiammazione nel lungo periodo. Non solo, ad ECCO uno dei protagonisti è stato ustekinumab, anticorpo utilizzato nel morbo di Crohn ma che può essere utilizzato con successo anche nella colite ulcerosa. Un esempio? “Dopo la terapia con ustekinumab, da assumere sottocute ogni otto-dodici settimane dopo una prima infusione endovenosa, in circa il 20 per cento dei pazienti le ulcere guariscono; l’effetto è rapido ma si mantiene nel tempo e anche a un anno di distanza il 60 per cento dei malati sta meglio” spiega Alessandro Armuzzi, presidente del Gruppo Italiano per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali

Combinare più farmaci

Attenzione però ad interpretare il messaggio. Le MICI in sé non guariscono per sempre ma grazie ai trattamenti è possibile spegnere la malattia portando alla guarigione della mucosa. “Il fatto di aver individuato sempre più molecole -spiega Paolo Gionchetti, gastroenterologo dell’Università di Bologna- è di fondamentale importanza. Stiamo imparando a usare i biologici, ne abbiamo di utili anche per pazienti che finora non trovavano sollievo in altro modo, in più possiamo cambiare la strategia se vediamo che un biologico non funziona perché ne abbiamo tanti fra cui scegliere”.

Daniele Banfi

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