Il cambio di stagione comporta spesso il comparire di tutta una serie di disturbi: nella popolazione femminile non sono affatto rari i fenomeni di cistite. L’abbassamento delle difese immunitarie e i repentini sbalzi di temperatura le espongono infatti, anche a causa di una naturale predisposizione anatomica allo sviluppo di cistiti ovvero di infezioni della pareti vescicali delle basse vie urinarie spesso sostenute da batteri.
Sempre gli sbalzi termici, la sudorazione o i raffreddamenti bruschi espongono al rischio bronchite ovvero all’infiammazione delle vie aeree dei bronchi di calibro maggiore e medio. Che si tratti di cistite o di bronchite, spesso il trattamento è su base antibiotica.
La nota AIFA
Recentemente l’AIFA in una nota ha segnalato che gli antibiotici ciprofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina, norfloxacina, lomefloxacina, appartenenti alle famiglie dei chinoloni e dei fluorchinoloni vengano prescritti con grande cautela poiché sono in grado di indurre, oltre alle note reazioni avverse a carico del sistema muscolo-scheletrico e del sistema nervoso, la comparsa di gravi patologie a carico dell’aorta.
Sempre l’AIFA ha deciso, inoltre, di ritirare dal commercio i medicinali contenenti cinoxacina, flumechina, acido nalidixico e acido pipemidico che hanno un meccanismo d’azione simile a quello dei fluorochinoloni.
«La decisione dell’AIFA è stata presa in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) dopo che tre differenti studi epidemiologici condotti in Canada, Taiwan e Svezia hanno evidenziato un aumento del rischio di aneurisma e dissezione dell’aorta nei pazienti esposti al trattamento con fluorochinoloni. Il meccanismo alla base di queste reazioni avverse è verosimilmente lo stesso che determina il rischio di rottura dei tendini e cioè una riduzione del contenuto in collagene del tessuto connettivo che porta ad un indebolimento della parete dei vasi. La frequenza spontanea di queste patologie è molto bassa (circa 3-30 casi 100.00 persone l’anno) e i fluorochinoloni la aumenterebbero a seconda degli studi del 66-150%. – spiega Roberto Padrini ordinario di farmacologia all’Università degli Studi di Padova che chiarisce anche- Queste recenti segnalazioni suggeriscono quindi di non utilizzare questi farmaci per infezioni lievi che guarirebbero anche senza antibiotici o che possono rispondere ad antibiotici di altro tipo e neppure in pazienti che abbiano già avuto reazioni avverse da fluorochinoloni, particolarmente in presenza di fattori predisponenti, quali l’età avanzata, l’insufficienza renale o l’uso contemporaneo di corticosteroidi. I pazienti quindi devono essere messi a conoscenza di questo rischio e della necessità di rivolgersi immediatamente al medico nel caso in cui compaiano improvvisamente dolori toracici o addominali».
Uso comune dei farmaci oggetto della nota AIFA
Molti dei principi attivi oggetto di attenzione nella nota AIFA sono stati per decenni, largamente utilizzati proprio per la cura di cistiti e bronchiti. Non è un caso che la nota AIFA abbia invitato tutti i medici prescrittori a non avvalersi di tali farmaci per il trattamento di infezioni non gravi o autolimitanti quali appunto faringite, tonsillite e bronchite acuta; per la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle vie urinarie inferiori; per le infezioni da lievi a moderate incluse la cistite non complicata, l’esacerbazione acuta della bronchite cronica e della broncopneumopatia cronica ostruttiva – BPCO, la rinosinusite batterica acuta e l’otite media acuta, a meno che altri antibiotici comunemente raccomandati per queste infezioni siano ritenuti inappropriati.
Come deve comportarsi il medico di Base
«In Italia purtroppo si fa un abuso nella prescrizione degli antibiotici e anche di chinoloni e fluorochinoloni, con dati variabili da regione e regione, ma in ogni caso è indispensabile che ogni medico riveda attentamente le proprie abitudini prescrittive» commenta Alessandro Rossi, membro della Società Italiana di Medicina Generale e responsabile dell’area relativa all’antibioticoresistenza. Proprio il medico di medicina generale, è spesso il primo a essere interpellato e a rapportarsi con i pazienti per i malesseri fin qui trattati. «La nota AIFA richiama ogni prescrittore a valutare con grande attenzione la terapia farmacologica che intende prescrivere. è bene ricordare che di fronte a una cistite acuta non complicata, non è necessario ricorrere a un chinolone o un fluorochinolone è sufficiente raccomandare una corretta idratazione e prescrivere antibiotici a base di cotrimossazolo o fosfomicina. Se invece l’infezione è complicata non è impossibile prescrivere gli antibiotici chinolonici, ma bisogna valutare l’effettiva utilità caso per caso».
Nessun allarmismo quindi, ma solo tanto buon senso come conclude il dottor Rossi: «Lo stesso discorso è valido anche per le bronchiti, se non vi sono complicanze di sorta vi sono antibiotici, diversi dai chinoloni, molto efficaci. Sicuramente una faringite o una tonsillite non deve essere affrontata con chinolone o un fluorochinolone. In caso di complicanze importanti, invece, il loro utilizzo si rende spesso indispensabile, anche in questo caso l’esperienza del medico è fondamentale per dirimere correttamente il problema».