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La pandemia da Coronavirus ci ha obbligati a familiarizzare con i dispositivi di protezione individuale (DPI). L’uso delle mascherine, in particolare, può indurre diversi disturbi dermatologici. Più sono aderenti al viso, più a lungo vengono indossate e maggiori sono i problemi cutanei che possono presentarsi. Il personale sanitario è quello più esposto a questo tipo di problematiche, che però non sono rare neppure nella popolazione generale. Abbiamo chiesto a Carlo Pincelli, Docente di Dermatologia e Direttore del Laboratorio di Biologia Cutanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, quali problemi cutanei possono insorgere per le persone che indossano mascherine come le ffp2 e le ffp3.

«L’utilizzo crescente e prolungato di maschere per la protezione contro l’ infezione da COVID 19 si accompagna, come noi dermatologi abbiamo cominciato a osservare, a varie patologie cutanee. Per esempio è di comune riscontro una dermatite irritativa da contatto caratterizzata da eritema (arrossamento) e prurito. Più raramente, soprattutto in individui predisposti (atopici) si può riscontrare una dermatite allergica da contatto. Se la dermatite persiste, è bene rivolgersi al dermatologo che prescriverà l’esecuzione dei test allergologici per escludere o confermare una allergia ai materiali del dispositivo di protezione. è consigliato l’uso di creme idratanti per la ricostituzione della barriera cutanea. Il prolungato utilizzo della maschera può indurre anche dermatiti seborroiche, acne e acne rosacea».

Perché si parla di “maskne”?

«Perché uno dei problemi più comuni causati dall’uso delle mascherine sono acne e acne rosacea. In entrambi i casi le alte temperature e l’umidità della cute coperta dalle mascherine sono responsabili dell’aumentata secrezione di sebo e, nel caso della rosacea, anche della vasodilatazione con conseguente arrossamento tipico di tale patologia».

Quali conseguenze potrebbero esserci per gli adolescenti se dovranno indossare a lungo le mascherine al rientro a scuola?

«Certamente il rischio di uno scatenamento o di un peggioramento dell’acne esiste. Siccome i ragazzi non potranno permettersi di fare a meno di questo dispositivo così importante per prevenire il contagio, si dovrebbe consigliare loro un utilizzo costante di creme protettive per la barriera e, se l’acne è manifesta, rivolgersi al dermatologo per una terapia specifica».

Il make-up può incidere sulle manifestazioni dermatologiche da mascherina?

«Prodotti cosmetici occlusivi non possono che peggiorare le condizioni della cute di cui abbiamo parlato finora».

Non lavare adeguatamente o riutilizzare la stessa mascherina più volte, può aumentare il rischio di sviluppare micosi del volto?

«L’occlusione e l’alterazione della barriera cutanea come effetto dell’uso prolungato della mascherina possono indurre infezioni batteriche tipo follicoliti, ma non mi aspetterei micosi».

Possono esserci problemi dermatologici per chi indossa i DPI che coprono completamente il volto realizzati in materiale plastico trasparente?

«Direi di no, se si eccettua la vasodilatazione con arrossamento (rosacea) causata dall’aumento della temperatura locale».

La pandemia da Coronavirus ci ha obbligati a familiarizzare con i dispositivi di protezione individuale (DPI). L’uso delle mascherine, in particolare, può indurre diversi disturbi dermatologici. Più sono aderenti al viso, più a lungo vengono indossate e maggiori sono i problemi cutanei che possono presentarsi. Il personale sanitario è quello più esposto a questo tipo di problematiche, che però non sono rare neppure nella popolazione generale. Abbiamo chiesto a Carlo Pincelli, Docente di Dermatologia e Direttore del Laboratorio di Biologia Cutanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, quali problemi cutanei possono insorgere per le persone che indossano mascherine come le ffp2 e le ffp3.

«L’utilizzo crescente e prolungato di maschere per la protezione contro l’ infezione da COVID 19 si accompagna, come noi dermatologi abbiamo cominciato a osservare, a varie patologie cutanee. Per esempio è di comune riscontro una dermatite irritativa da contatto caratterizzata da eritema (arrossamento) e prurito. Più raramente, soprattutto in individui predisposti (atopici) si può riscontrare una dermatite allergica da contatto. Se la dermatite persiste, è bene rivolgersi al dermatologo che prescriverà l’esecuzione dei test allergologici per escludere o confermare una allergia ai materiali del dispositivo di protezione. è consigliato l’uso di creme idratanti per la ricostituzione della barriera cutanea. Il prolungato utilizzo della maschera può indurre anche dermatiti seborroiche, acne e acne rosacea».

Perché si parla di “maskne”?

«Perché uno dei problemi più comuni causati dall’uso delle mascherine sono acne e acne rosacea. In entrambi i casi le alte temperature e l’umidità della cute coperta dalle mascherine sono responsabili dell’aumentata secrezione di sebo e, nel caso della rosacea, anche della vasodilatazione con conseguente arrossamento tipico di tale patologia».

Quali conseguenze potrebbero esserci per gli adolescenti se dovranno indossare a lungo le mascherine al rientro a scuola?

«Certamente il rischio di uno scatenamento o di un peggioramento dell’acne esiste. Siccome i ragazzi non potranno permettersi di fare a meno di questo dispositivo così importante per prevenire il contagio, si dovrebbe consigliare loro un utilizzo costante di creme protettive per la barriera e, se l’acne è manifesta, rivolgersi al dermatologo per una terapia specifica».

Il make-up può incidere sulle manifestazioni dermatologiche da mascherina?

«Prodotti cosmetici occlusivi non possono che peggiorare le condizioni della cute di cui abbiamo parlato finora».

Non lavare adeguatamente o riutilizzare la stessa mascherina più volte, può aumentare il rischio di sviluppare micosi del volto?

«L’occlusione e l’alterazione della barriera cutanea come effetto dell’uso prolungato della mascherina possono indurre infezioni batteriche tipo follicoliti, ma non mi aspetterei micosi».

Possono esserci problemi dermatologici per chi indossa i DPI che coprono completamente il volto realizzati in materiale plastico trasparente?

«Direi di no, se si eccettua la vasodilatazione con arrossamento (rosacea) causata dall’aumento della temperatura locale».