Il sesso dopo la terza età può essere considerato un tabù? Tutt’altro. Sono sempre di più, infatti, uomini e donne con una vita sessuale attiva anche oltre i 65 anni. Si ritrovano sotto le lenzuola per piacere, ma anche perché questa scelta si tramuta in una maggiore qualità di vita.
Questo è il dato che emerge da uno studio inglese condotto su quasi settemila cittadini, pubblicato sulla rivista «Sexual Medicine». Un benessere che non sembrerebbe derivare direttamente dall’attività sessuale, ma dall’opportunità di condividere emozioni con il proprio partner anche a diversi decenni dall’inizio della relazione.
Benessere a tutto tondo
Sottoponendo un questionario a uomini e donne coinvolti nello studio, i ricercatori hanno scoperto un beneficio diretto da parte dell’attività sessuale sulla qualità di vita degli adulti e degli anziani. Dal lavoro, è emerso che il rapporto sessuale rimane importante più per gli uomini che per le donne: le quali invece fanno segnalare una vita più soddisfacente anche soltanto condividendo la propria quotidianità in sintonia con un partner. Un riscontro che ha evidenziato come la promozione del benessere soggettivo dipenda anche dalla promozione di una vita sessuale attiva.
«Tutti, a partire dai medici, dovrebbero riconoscere che gli anziani non sono asessuati e che una sessualità consapevole può aiutare le persone a vivere meglio la propria vecchiaia - afferma Lee Smith, direttore del centro di ricerca sulla medicina dello sport dell’Anglia Ruskin University di Cambridge e prima firma dell’articolo -. Mediamente è ancora troppo diffusa la convinzione che gli anziani non possano vivere appieno la propria sessualità, ma questo lavoro non fa altro che confermare conclusioni opposte emerse già in altri lavori pubblicati negli ultimi anni».
Un motivo in più per fidarsi del lavoro è dato dai ridotti tassi di mortalità registrati tra coloro che avevano una vita sessuale attiva, pur avendo superato i 65 anni. Conclusioni che fanno il paio con quelle di altre ricerche che avevano evidenziato una riduzione degli eventi cardiovascolari acuti e dei disturbi mentali, più frequenti nel corso della terza età.
Benessere fisico e psicologico
In futuro, dunque, medici di base e geriatri dovranno indagare gli aspetti della vita sessuale degli anziani, al fine anche di indagare possibili problematiche (deficit erettile nell’uomo, atrofia vaginale nella donna) che, se risolte, potrebbero migliorare la qualità di vita dei propri assistiti. Attività fisica e affettiva sono infatti i due elementi cardine per determinare positivamente la qualità della vita dell’anziano. L’obiettivo è dare nuovi valori alla terza e quarta età e in genere alla età anziana, riscoprire i valori della vita relazionale, sentimentale e sessuale dell’over 70.
A questo proposito, è necessario attribuire anche una diversa connotazione al concetto di solitudine: non mero isolamento, ma capacità di autonomia. «Considerando che il benessere psicologico è correlato alla salute fisica e che l’aspettativa media di vita è più lunga rispetto al passato - chiosa Sarah Jackson, ricercatrice del dipartimento di scienze del comportamento e della salute dell’University College di Londra - possiamo considerare la sessualità nel corso della terza età come un’opportunità per migliorare la vita delle persone e ridurre l’impatto sui servizi sanitari».
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