Possiamo definire il polline come una polvere, solitamente gialla, contenuta nelle antere dei fiori delle fanerogame. La sua conformazione è data da una miriade di granuli pollicini, che rappresentano cellule sessuali maschili delle piante, che hanno il compito di fecondare a distanza gli ovuli della stessa specie, trasformandosi in seguito in semi.
La caratteristica proteica del polline, porta lo stesso ad essere un antigene il quale può indurre l'organismo alla formazione di anticorpi e di tutti i fenomeni connessi alla risposta immunitaria, che nei soggetti predisposti può rilevare un aspetto allergico, conosciuto con il termine pollinosi.
Il fenomeno dell'allergia al polline negli ultimi anni è in continuo aumento, alcuni studi recenti mettono in guardia le persone allergiche al polline non solo dagli spazi aperti in certi periodi dell'anno, ma di fare attenzione anche ad alcuni alimenti; ad esempio l'allergia al polline della betulla prevede la rinuncia a mele, sedano, pesche, kiwi ed altri alimenti.
La patologia allergica conosciuta anche come pollinosi, si presenta con la comparsa di manifestazioni come rinite, congiuntivite, asma, dermatite, questo quando si viene a contatto con i pollini di cui l'organismo è allergico. La pollinosi si manifesta principalmente con piante quali la paritaria, la gramigna, il pioppo, la betulla, l'olivo.
La terapia, quando necessaria, consiste nella somministrazione di antistaminici ed decongestionanti.
In alcuni tipi di pollinosi si può ricorrere alla vaccinazione, con dei vaccini specifici che mirano a desensibilizzare l'organismo.