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Dopo il temutissimo melanoma, è il secondo tumore della pelle per mortalità. Si tratta del carcinoma cutaneo a cellule squamose metastatico, tumore raro che negli Stati Uniti colpisce ogni anno 1 milione di persone e causa fino a 8mila decessi.

È un tumore aggressivo, altamente sfigurante e che, in fase avanzata, è mortale. Se diagnosticato in tempo, l’intervento chirurgico e la radioterapia possono essere risolutivi. Ma per i casi in cui il tumore non è asportabile chirurgicamente, anche in virtù della sede tumorale o in considerazione dell’età avanzata dei pazienti e della presenza di altre patologie concomitanti, non esistono soluzioni terapeutiche disponibili e approvate.

Due nuovi studi apparsi sul New England Journal of Medicine e presentati in contemporanea a Chicago, al 54° congresso dell’American Society of Clinical Oncology, mostrano i buoni risultati di un nuovo farmaco sperimentale, cemiplimab, un anticorpo monoclonale anti PD-1.

FUNZIONA SU UN PAZIENTE SU DUE

Lo studio di fase 2 è stato condotto in Australia, Germania e Stati Uniti sull’anticorpo monoclonale che si lega all’inibitore del checkpoint immunitario PD-1, «togliendo il freno» al sistema immunitario e permettendo così l’attivazione delle cellule T del nostro sistema immunitario.

Nello studio, i pazienti con tumore metastatico sono stati seguiti per quasi 8 mesi e il 47% di essi ha risposto alla terapia (28 pazienti su 59) e in più della metà (57%) la risposta ha superato i sei mesi. Il tasso di controllo a lungo termine della malattia (la percentuale di pazienti senza progressione della malattia per almeno 105 giorni) è stato del 61%. La probabilità stimata di malattia libera da progressione a 12 mesi era del 52,5% e la probabilità di sopravvivenza stimata a 12 mesi era dell’81%. Gli eventi avversi più comuni durante il trattamento sono stati diarrea (27%), fatigue (24%), nausea (17%), stitichezza e rash (15% ciascuno).

«I tumori cutanei a cellule squamose - CSCC - avanzati hanno dimostrato di rispondere al trattamento con cemiplimab sia nella forma metastatica sia in quella localmente avanzata, con risultati clinicamente significativi e coerenti tra gli studi di fase 1 e fase 2» ha detto Michael R. Migden, co-autore della pubblicazione e professore associato nei Dipartimenti di Dermatologia e di Chirurgia testa-collo al MD Anderson Cancer Center di Houston.

UNA RISPOSTA PER I PAZIENTI

«L’immunoterapia si conferma efficace nei tumori della pelle, questa volta anche nel temibile carcinoma cutaneo a cellule squamose metastatico (CSCC), dove ottiene risposte lunghe che possono avere un impatto e con una tossicità contenuta» ha commentato il professor Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione «G. Pascale» di Napoli. «Come tutti i tumori della cute, anche questo è correlato all’ultravioletto ma, a differenza dei melanomi, malattia dei “colletti bianchi” (perché collegata ad una breve ma intensa concentrazione di raggi ultravioletti, tipica di una vacanza al mare), il CSCC è invece tipico di chi ha avuto un’esposizione cronica al sole, oltre che dei fototipi chiari».

Per questo carcinoma avanzato, continua il professor Ascierto, commentando i risultati dello studio che restituisce una speranza ai paziente, «la molecola sperimentale risponde a un bisogno clinico non soddisfatto; chemioterapia, radioterapia e tutti i nuovi farmaci al momento non hanno dato nessun impatto. Non è responsivo ai trattamenti che abbiamo a disposizione. Quando c’è una malattia metastatica, c’è poco da fare».

LO SVILUPPO CLINICO

I risultati presentati a Chicago fanno parte del set di dati inseriti nella domanda di approvazione di cemiplimab, sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron, come potenziale trattamento per il CSCC avanzato, accettate dalla Food and Drug Administration (FDA) americana, che ne ha riconosciuto la “Breakthrough Therapy Designation”, e dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). I processi di valutazione dovrebbero concludersi rispettivamente il 28 ottobre 2018 e entro la prima metà del 2019.

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