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Quando si parla di osteoporosi si pensa sempre a un problema prettamente femminile, tipico dell’età post menopausale. La fragilità ossea, purtroppo, è una problematica che con l’avanzare dell’età interessa sia le donne sia gli uomini, anche se nel gentil sesso per ragioni prettamente ormonali, il problema è più accentuato.

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Nello specifico le ossa tendono a essere tanto più fragili quanto più precocemente arriva la menopausa, se le donne sono fumatrici, poiché il fumo è anche un fattore di rischio per la menopausa precoce, in caso di vita molto sedentaria e quando si segue una dieta poco equilibrata non adeguatamente ricca di calcio.

Uno studio italiano, condotto da ricercatori dell’Università di Messina, tuttavia, ha messo in evidenza come vi sia un altro fattore di rischio per l’osteoporosi, insospettabile quale l’ansia.

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Che cosa ha evidenziato lo studio

«Abbiamo reclutato, 192 donne in postmenopausa e le abbiamo valutate per l’osteoporosi misurandone la densità minerale ossea e il rischio di frattura. In parallelo abbiamo somministrato un’indagine psicodiagnostica in cui, utilizzando la scala di Hamilton, sono stati valutati i livelli di ansia- spiega Antonino Catalano, primo autore dello studio, ricercatore in Medicina Interna che chiarisce - Queste donne si sono impegnate a compilare un questionario sulle loro abitudini di vita, per valutarne la qualità. Le stesse non sono state incluse nello studio se presentavano già una diagnosi di disturbo di ansia. Incrociando tutti i dati raccolti, è emerso che le donne che manifestavano livelli di ansia meno elevati erano a più basso rischio frattura presentando una migliore densità minerale ossea. Di contro, le donne con i più elevati livelli di ansia erano quelle con rischio di frattura maggiore, presentando una densità minerale ossea deficitaria. Al di là di altri fattori di rischio noti, già riportati nella letteratura scientifica, e di cui si è tenuto conto in questa ricerca, elevati livelli di ansia possono essere considerati come fattore predittivo di osteoporosi».

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Qual è dunque la connessione tra ansia e rischio di fratture?«È possibile affermare che tale rapporto dipenda prevalentemente da alterazioni di tipo endocrino e immunitario» risponde il dottor Catalano.

L’importanza dello stile di vita

Già altri studi presenti in letteratura hanno indagato l’esistenza di un legame fra densità minerale ossea, rischio fratture e disturbo depressivo maggiore. Ne è venuto fuori che in effetti, le persone afflitte da questo tipo di problematica, sono più a rischio fratture, perché a causa della loro malattia tendono a uscire poco, dunque sono poco esposte alla luce del sole e tendono a evidenziare carenze di vitamina D.

Conducono inoltre spesso, una vita sedentaria e si alimentano male. In questo lavoro di ricerca, è stata presa in considerazione l’ansia, un elemento finora poco valutato. Sottolinea e conclude Gabriella Martino, ricercatrice in Psicologia Clinica e anche lei coinvolta nello studio: «Il risultato che scaturisce da questa ricerca è fondamentalmente quello di considerare anche i livelli di ansia nell’insorgenza dell’osteoporosi e nell’aumento del rischio fratturativo. L’attitudine al fumo e la scarsa attività fisica, che sono stati riscontrati nelle donne con i più elevati livelli di ansia, potrebbero costituire, al di là della riduzione dei livelli di ansia, fattori di rischio fratturativo modificabili».

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