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Dolori lancinanti in corrispondenza della regione dell’occhio, della mascella o della mandibola, che si presentano regolarmente anche per mesi, impattando fortemente sulla qualità di vita.

La nevralgia del trigemino colpisce circa 5 persone su 100 mila e può presentarsi in modo imprevedibile, anche se in alcuni casi è innescata dalla stimolazione sensoriali di particolari regioni del volto, che spesso rendono ancor difficile svolgere i più semplici gesti quotidiani, come mangiare, bere, deglutire, parlare e lavarsi i denti.

Ancor peggio, il dolore tende a non rispondere agli antidolorifici comuni, come ibuprofene o paracetamolo, e il trattamento farmacologico più efficace passa attraverso la carbamazepina, un farmaco anticonvulsivante usato per trattare l’epilessia, che ha l’effetto di ridurre la trasmissione degli impulsi elettrici e quindi il dolore.

Nuove frontiere della radiochirurgia

Malgrado il quadro a tinte fosche, stanno emergendo nuove tecnologie chirurgiche e non chirurgiche che sono in grado di alleviare il dolore causato dalla nevralgia del trigemino. Soprattutto stanno per essere pubblicati alcuni importanti studi sull’efficacia delle diverse tecniche.

Un recente studio condotto dal Centro Diagnostico Italiano (CDI) di Milano, presentato al recente congresso «Frontiers in Radiosurgery» e pubblicato sulla rivista Neurosurgery, ha dimostrato, ad esempio, che una tecnica di radiochirurgia non invasiva eseguita con lo strumento CyberKnife è in grado di abbattere il dolore nel 78,9% dei pazienti affetti da nevralgia del trigemino, con il vantaggio di essere non invasiva, dato che i tessuti malati responsabili del dolore vengono colpiti con radiazioni ionizzanti piuttosto che essere asportati chirurgicamente.

Primi risultati dopo tre settimane

«Nel corso dello studio al Centro Diagnostico Italiano abbiamo trattato, utilizzando CyberKnife, 138 pazienti con nevralgia del nervo trigemino. Il 93,5% ha registrato un miglioramento dopo circa tre settimane e il 78,9% non aveva più alcun dolore dopo sei mesi”, ha spiegato Pantaleo Romanelli, autore della ricerca e direttore scientifico di ab medica nonché del Centro CyberKnife del Centro Diagnostico Italiano. “Questi risultati positivi sono rimasti stabili dopo tre anni nel 76% dei pazienti. Si tratta di un riscontro davvero importante perché ottenuto con una tecnica non invasiva e quindi molto meno onerosa per il paziente» ha concluso il professore. Attualmente, lo strumento CyberKnife è utilizzato, oltre che per la cura della nevralgia del trigemino, nel trattamento delle lesioni tumorali in vari distretti del corpo tra cui il cervello, la colonna vertebrale, la prostata, il fegato, il pancreas e il polmone.

Altre tecniche chirurgiche

Oltre a CyberKnife, esistono numerose altre tecniche di chirurgia per combattere il dolore innescato dal nervo trigemino. Tra queste la radiochirurgia stereotassica, che utilizza un fascio concentrato di radiazioni per danneggiare il nervo trigemino, diversi tipi di interventi percutanei come le iniezioni di glicerolo, fino ad arrivare alla decompressione microvascolare, che punta a ridurre la pressione esercitata sul nervo trigemino con un intervento chirurgico effettuato in anestesia generale.

I risultati scientifici sull’efficacia di questi interventi al momento si equivalgono e ognuno di essi può causare effetti collaterali. Per questo il consiglio dispensato anche dall’Istituto Superiore di Sanità è quello di fare riferimento a uno specialista e informarsi a fondo sulle diverse possibilità di trattamento, prima di fare la scelta definitiva.

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