Dirigente Medico U.O. di Ortopedia e Traumatologia, Ospedale Maggiore – Bologna
Le lesioni traumatiche scheletriche del giovane sportivo si fanno sempre più frequenti a causa del forte aumento di iscritti alle associazioni di sport di contatto.
Una classica e ben conosciuta lesione negli adolescenti, sportivi e non, è la malattia di Osgood-Schlatter, tumefazione che si presenta a livello della tuberosità tibiale del legamento rotuleo.
Questa patologia è tipica in quella fascia di età che va dagli 11 ai 15 anni, più frequentemente negli sportivi dediti al gioco del calcio e del basket. Da punto di vista eziologico questa malattia è stata ampiamente dibattuta, in quanto, in passato, era sovente annoverata nel gruppo delle osteonecrosi settiche spontanee. Ma la classica descrizione di insorgenza nel gruppo di pazienti dediti ad attività con ampio sovraccarico articolare a livello del legamento rotuleo, o in varie attività con prolungati sforzi e traumi ripetuti, ha ribaltato questa opinione. Spesso tale malattia si presenta bilateralmente, con breve tempo di differenza fra un ginocchio e l’altro. Con dolore quasi sempre manifesto a fine allenamento, dopo un incessante e prolungato stress in tensione del quadricipite femorale. All’esame obbiettivo il dolore è, sia spontaneo (sotto sforzo), sia alla digitopressione della apofisi tibiale anteriore.
La cute si presenta tumefatta, calda al tatto e con il legamento rotuleo dolente, sia al carico che a riposo.
Tale malattia, come anticipato, è data da uno stress prolungato dell’articolazione del ginocchio, con attività di gravoso sforzo del quadricipite che agisce sulla tuberosità tibiale con ancora la cartilagine di accrescimento aperta, pertanto sensibile alle forti sollecitazioni.
Quando si tratta di sola malattia di Osgood-Schlatter, il sintomo tende alla regressione smettendo l’attività fisica e tende alla regressione spontanea verso i 15 anni. Talvolta lascia una certa tumefazione in regione anteriore alla metafisi tibiale, quali esiti di ispessimento del tendine rotuleo.