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Che cos’è la legionellosi?

La legionellosi è un’infezione causata da un batterio appartenente al genere legionella, un gram negativo che riconosce come serbatoio naturale gli ambienti acquatici (naturali e artificiali): dunque laghi e fiumi, ma pure impianti idrici di strutture pubbliche e private, condizionatori. Si tratta di un microrganismo che vive a una temperatura compresa tra i 25 e i 45 gradi. Oltre che nell’acqua, è in grado di sopravvivere nel fango e si trasmette soltanto per via aerea.

Come si trasmette l’infezione?

Sebbene recentemente sia stato documentato il primo caso di trasmissione interumana, l’infezione avviene principalmente per via respiratoria mediante inalazione di goccioline o particelle contenenti il microrganismo. Altre modalità di infezione riportate in letteratura sono l’instillazione diretta nelle vie respiratorie, l’aspirazione e attraverso la cute e le mucose.

Che cosa provoca? I sintomi.

L’infezione può dare origine a due condizioni: la febbre di Pontiac e la polmonite. La prima è la conseguenza meno grave: il paziente ha la febbre alta per 3-4 giorni, che poi però svanisce. La seconda, nota come malattia del legionario, è la forma più aggressiva. I sintomi sono quelli della polmonite - tosse, dolore toracico, febbre e difficoltà respiratorie - a cui si aggiungono un eventuale malessere gastrointestinale, la perdita di appetito e la comparsa di dolori ossei e muscolari.

Come si cura l’infezione?

La terapia dei soggetti con legionellosi si basa sul trattamento con antibiotici, oltre alle usuali misure di supporto respiratorio o sistemico. La scelta terapeutica deve basarsi sulla concentrazione e sulla persistenza dell’antibiotico nel parenchima polmonare. Oggi si tende a utilizzare la claritromicina e l’azitromicina. Altri antibiotici molto attivi sono i nuovi fluorochinolonici, come la levofloxacina.

Chi sono i soggetti più a rischio?

Gli anziani e le persone immunocompromesse. Non è un caso che le tre vittime avessero superato gli ottant’anni.

Quanto è diffusa l’infezione?

Secondo i dati contenuti nel rapporto annuale sulla legionellosi in Italia, all’Istituto Superiore di Sanità nel 2015 sono pervenute complessivamente 1569 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi. Di questi, 1548 sono confermati e 21 probabili. Il 78 per cento dei casi è stato notificato da sei Regioni: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte. L’incidenza della legionellosi in Italia nel 2015 è risultata pari a 25,8 casi per milione di abitanti.

Twitter @fabioditodaro