In occasione dell’8 marzo, festa della donna, sono molte le iniziative rivolte al benessere delle donne che vivono più a lungo degli uomini ma non sempre in salute. La medicina di genere insegna che uomini e donne non sono uguali di fronte alle malattie: le differenze riguardano malattie, sintomi, evoluzione e prognosi, ma anche la risposta e l’utilizzo dei farmaci. Il pianeta salute sta iniziando a tenerne conto.
Uno degli errori più comuni è, ad esempio, quello di ritenere le donne meno colpite dalle problematiche cardiache. Falso. Le donne, spiega Elena Tremoli, Direttore Scientifico del Centro cardiologico Monzino «sono quelle che paradossalmente sottovalutano di più la prevenzione per sé stesse, nella convinzione che le malattie cardiovascolari siano un problema maschile. Invece è vero il contrario: le donne sono più colpite dei maschi e ne muoiono di più. Il motivo non è solo la presenza di più fattori di rischio nella popolazione femminile. Anche l’assenza di consapevolezza di questi fattori da parte delle donne, e purtroppo anche dei medici, impedisce un’azione preventiva su larga scala, che potrebbe salvare molte vite. Per questo tutte le donne dopo i 40 anni dovrebbero sottoporsi a visita cardiologica, anche in assenza di fattori di rischio cardiovascolari».
Infine, un appello alla prevenzione su tutti i fronti: «Le emergenze, come quella che stiamo vivendo per il Corona-virus (Covid-19), rafforzano il principio della prevenzione - dichiara Elena Tremoli - Un organismo il più possibile sano dal punto di vista cardiovascolare, non può che rappresentare un vantaggio per fronteggiare un possibile contagio. Un motivo in più per fare prevenzione, fin da bambini».
Per prevenire poco meno del 10% di tutti i tumori nelle donne (il carcinoma della cervice uterina, tumori anogenitali come quelli ad ano, vagina, vulva e alcuni tumori dell’orofaringe), tutti causati dal virus Hpv (Human Papilloma Virus) c’è un vaccino. «Tutte le bambine e le giovani donne tra i 9 ed i 26 anni di età possono vaccinarsi per due tra i più importanti HPV oncogeni, evitando così in partenza il 70% dei tumori del collo dell’utero» dichiara Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO. «Con l’attuale estensione della vaccinazione ai maschi a partire dagli 11 anni possiamo sfiorare il 90%, arrivando ad una prevenzione quasi totale».
C’è poi la mezza età e l’arrivo della menopausa. Tra le problematiche intime che si verificano in questa fase della vita della donna, una speciale attenzione viene dedicata all’atrofia vulvo-vaginale, disturbo che modifica l’apparato urogenitale con conseguenti fastidi persistenti nel tempo e che andrebbe considerata una malattia e non una complicanza “inevitabile” della menopausa. Per questo è fondamentale il dialogo con il proprio ginecologo per la scelta della strategia terapeutica più adeguata. Ai disturbi fisici femminili e ai cambiamenti psico-emotivi che derivano dalla menopausa è dedicata l’iniziativa di Fondazione Onda, con il patrocinio dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, dell’Associazione Ostetrici Ginecologici Ospedalieri Italiani, della Società Italiana Ginecologia della Terza Età, della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e della Società Italiana Menopausa. Dal 6 al 9 marzo ci sarà l’(H)-Open Weekend di ginecologia dedicato all’intimità di coppia e al benessere intimo femminile durante la menopausa. In tutto il territorio nazionale, gli ospedali con i Bollini Rosa aderenti, sono previsti consulti, colloqui, esami strumentali, info point e distribuzione di materiale informativo. Sul sito https://www.bollinirosa.it/h-open-weekend-ginecologia è disponibile l’elenco dei servizi offerti e le modalità di prenotazione. Il sito è in continuo aggiornamento alla luce dei provvedimenti per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che ha messo molti dei 220 ospedali, che avevano aderito inizialmente a questa iniziativa, nell’impossibilità di garantire i servizi promessi.
In occasione dell’8 marzo, festa della donna, sono molte le iniziative rivolte al benessere delle donne che vivono più a lungo degli uomini ma non sempre in salute. La medicina di genere insegna che uomini e donne non sono uguali di fronte alle malattie: le differenze riguardano malattie, sintomi, evoluzione e prognosi, ma anche la risposta e l’utilizzo dei farmaci. Il pianeta salute sta iniziando a tenerne conto.
Uno degli errori più comuni è, ad esempio, quello di ritenere le donne meno colpite dalle problematiche cardiache. Falso. Le donne, spiega Elena Tremoli, Direttore Scientifico del Centro cardiologico Monzino «sono quelle che paradossalmente sottovalutano di più la prevenzione per sé stesse, nella convinzione che le malattie cardiovascolari siano un problema maschile. Invece è vero il contrario: le donne sono più colpite dei maschi e ne muoiono di più. Il motivo non è solo la presenza di più fattori di rischio nella popolazione femminile. Anche l’assenza di consapevolezza di questi fattori da parte delle donne, e purtroppo anche dei medici, impedisce un’azione preventiva su larga scala, che potrebbe salvare molte vite. Per questo tutte le donne dopo i 40 anni dovrebbero sottoporsi a visita cardiologica, anche in assenza di fattori di rischio cardiovascolari».
Infine, un appello alla prevenzione su tutti i fronti: «Le emergenze, come quella che stiamo vivendo per il Corona-virus (Covid-19), rafforzano il principio della prevenzione - dichiara Elena Tremoli - Un organismo il più possibile sano dal punto di vista cardiovascolare, non può che rappresentare un vantaggio per fronteggiare un possibile contagio. Un motivo in più per fare prevenzione, fin da bambini».
Per prevenire poco meno del 10% di tutti i tumori nelle donne (il carcinoma della cervice uterina, tumori anogenitali come quelli ad ano, vagina, vulva e alcuni tumori dell’orofaringe), tutti causati dal virus Hpv (Human Papilloma Virus) c’è un vaccino. «Tutte le bambine e le giovani donne tra i 9 ed i 26 anni di età possono vaccinarsi per due tra i più importanti HPV oncogeni, evitando così in partenza il 70% dei tumori del collo dell’utero» dichiara Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO. «Con l’attuale estensione della vaccinazione ai maschi a partire dagli 11 anni possiamo sfiorare il 90%, arrivando ad una prevenzione quasi totale».
C’è poi la mezza età e l’arrivo della menopausa. Tra le problematiche intime che si verificano in questa fase della vita della donna, una speciale attenzione viene dedicata all’atrofia vulvo-vaginale, disturbo che modifica l’apparato urogenitale con conseguenti fastidi persistenti nel tempo e che andrebbe considerata una malattia e non una complicanza “inevitabile” della menopausa. Per questo è fondamentale il dialogo con il proprio ginecologo per la scelta della strategia terapeutica più adeguata. Ai disturbi fisici femminili e ai cambiamenti psico-emotivi che derivano dalla menopausa è dedicata l’iniziativa di Fondazione Onda, con il patrocinio dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, dell’Associazione Ostetrici Ginecologici Ospedalieri Italiani, della Società Italiana Ginecologia della Terza Età, della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e della Società Italiana Menopausa. Dal 6 al 9 marzo ci sarà l’(H)-Open Weekend di ginecologia dedicato all’intimità di coppia e al benessere intimo femminile durante la menopausa. In tutto il territorio nazionale, gli ospedali con i Bollini Rosa aderenti, sono previsti consulti, colloqui, esami strumentali, info point e distribuzione di materiale informativo. Sul sito https://www.bollinirosa.it/h-open-weekend-ginecologia è disponibile l’elenco dei servizi offerti e le modalità di prenotazione. Il sito è in continuo aggiornamento alla luce dei provvedimenti per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che ha messo molti dei 220 ospedali, che avevano aderito inizialmente a questa iniziativa, nell’impossibilità di garantire i servizi promessi.