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Un lungo calvario. Doloroso fisicamente e altrettanto doloroso mentalmente. E’ questo quello che raccontano i sopravvissuti o quasi alle forme gravi di polmonite interstiziale causata dal nuovo coronavirus. Un esperienza terribile da cui non si riesce a recuperare facilmente. O quantomeno non senza l’aiuto di specialisti.

A questo scopo l’IRCCS Ospedale San Raffaele ha attivato un reparto di 28 letti dedicati interamente alla riabilitazione motoria, respiratoria e neurologica dei pazienti guariti dal Covid-19 che, a causa della lunga degenza e degli effetti della malattia, non sono più autosufficienti e necessitano di essere riabilitati prima della dimissione.

I SOPRAVVISSUTI ALLA FASE ACUTA DEL COVID-19 SONO MOLTO DEBILITATI

Secondo gli esperti, infatti, una volta conclusa la fase critica, le conseguenze legate al prolungato allettamento, le problematiche pregresse e attuali di tipo respiratorio e quelle della sfera cognitivo-emotiva richiedono un sostegno adeguato. “Considerando le esigenze dei pazienti ricoverati in ospedale, abbiamo studiato un percorso clinico riabilitativo ad hoc!, spiega Sandro Iannaccone, primario di Riabilitazione Cognitiva e Motoria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Si tratta di persone debilitate sia fisicamente che emotivamente: mostrano segni di astenia importante, difficoltà di movimento, deficit del sistema nervoso periferico e centrale, come la perdita dell’olfatto e del gusto e in molti casi sono confusi e disorientati”, aggiunge

UN’EQUIPE MULTIDSCIPLINARE SI PRENDE CURA DEI PAZIENTI A 360 GRADI

Ad occuparsi dei sopravvissuti a questa terribile infezione è un’équipe multidisciplinare composta da fisiatri, neurologi, pneumologi, neuropsicologi, psichiatri, cardiologi, otorinolaringoiatri, fisioterapisti e nutrizionisti, affiancati da infermieri dedicati. Questi specialisti dell’IRCCS San Raffaele hanno l’obiettivo comune di prendersi cura dei pazienti a 360 gradi. Per riuscirci è stato organizzato uno specifico percorso che ha lo scopo di migliorare la dinamica respiratoria, contrastare le problematiche muscolo-scheletriche e riabilitare la persona da un punto di vista neuropsicologico. “Siamo appena partiti e in settimana avremo le prime dimissioni”, riferisce Iannaccone. “Questa malattia si presenta con problemi respiratori conclamati ma vi sono altri sintomi che emergono nella fase post acuta, sotto forma di esiti o in forma attiva. Tutti i pazienti ricoverati - continua - sono ancora infettivi e presentano problematiche neuromuscolari, cognitive, di equilibrio degli elettroliti, di scompenso cardiaco e polmonare. È importante che sia un'équipe multispecialistica, come quella della Riabilitazione, a prendersene carico, con l’obiettivo di un completo recupero funzionale. Il reparto è inoltre organizzato per svolgere al letto del paziente la maggioranza degli esami strumentali in contemporanea all’attività riabilitativa e assistenziale, in modo che il paziente non debba spostarsi all’interno dell’ospedale”.

Un lungo calvario. Doloroso fisicamente e altrettanto doloroso mentalmente. E’ questo quello che raccontano i sopravvissuti o quasi alle forme gravi di polmonite interstiziale causata dal nuovo coronavirus. Un esperienza terribile da cui non si riesce a recuperare facilmente. O quantomeno non senza l’aiuto di specialisti.

A questo scopo l’IRCCS Ospedale San Raffaele ha attivato un reparto di 28 letti dedicati interamente alla riabilitazione motoria, respiratoria e neurologica dei pazienti guariti dal Covid-19 che, a causa della lunga degenza e degli effetti della malattia, non sono più autosufficienti e necessitano di essere riabilitati prima della dimissione.

I SOPRAVVISSUTI ALLA FASE ACUTA DEL COVID-19 SONO MOLTO DEBILITATI

Secondo gli esperti, infatti, una volta conclusa la fase critica, le conseguenze legate al prolungato allettamento, le problematiche pregresse e attuali di tipo respiratorio e quelle della sfera cognitivo-emotiva richiedono un sostegno adeguato. “Considerando le esigenze dei pazienti ricoverati in ospedale, abbiamo studiato un percorso clinico riabilitativo ad hoc!, spiega Sandro Iannaccone, primario di Riabilitazione Cognitiva e Motoria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Si tratta di persone debilitate sia fisicamente che emotivamente: mostrano segni di astenia importante, difficoltà di movimento, deficit del sistema nervoso periferico e centrale, come la perdita dell’olfatto e del gusto e in molti casi sono confusi e disorientati”, aggiunge

UN’EQUIPE MULTIDSCIPLINARE SI PRENDE CURA DEI PAZIENTI A 360 GRADI

Ad occuparsi dei sopravvissuti a questa terribile infezione è un’équipe multidisciplinare composta da fisiatri, neurologi, pneumologi, neuropsicologi, psichiatri, cardiologi, otorinolaringoiatri, fisioterapisti e nutrizionisti, affiancati da infermieri dedicati. Questi specialisti dell’IRCCS San Raffaele hanno l’obiettivo comune di prendersi cura dei pazienti a 360 gradi. Per riuscirci è stato organizzato uno specifico percorso che ha lo scopo di migliorare la dinamica respiratoria, contrastare le problematiche muscolo-scheletriche e riabilitare la persona da un punto di vista neuropsicologico. “Siamo appena partiti e in settimana avremo le prime dimissioni”, riferisce Iannaccone. “Questa malattia si presenta con problemi respiratori conclamati ma vi sono altri sintomi che emergono nella fase post acuta, sotto forma di esiti o in forma attiva. Tutti i pazienti ricoverati - continua - sono ancora infettivi e presentano problematiche neuromuscolari, cognitive, di equilibrio degli elettroliti, di scompenso cardiaco e polmonare. È importante che sia un'équipe multispecialistica, come quella della Riabilitazione, a prendersene carico, con l’obiettivo di un completo recupero funzionale. Il reparto è inoltre organizzato per svolgere al letto del paziente la maggioranza degli esami strumentali in contemporanea all’attività riabilitativa e assistenziale, in modo che il paziente non debba spostarsi all’interno dell’ospedale”.