Tutto questo è causato dallo stress: il ripetersi di situazioni in cui aleggia il "non detto", provoca un accumulo di ansia o rabbia represse, che innescano il rilascio degli ormoni dello stress.
Il silenzio che fa male, non va misurato semplicemente dal numero di parole, ma dalla capacità di comunicazione reale che esse esprimono.
Non dimentichiamo che un dialogo si fonda sia sul dire sia sull'ascoltare. Non bisogna mai pensare di conoscere perfettamente l'altra persona, pensando di sapere "com'è fatto/a", ma provare a mettersi nei panni dell'altro, resistendo alla tentazione delle ripicche.
E' necessario evitare le polarizzazioni, pensando che tutte le ragioni siano da una parte e tutti i torti dall'altra! Inoltre, quando si fa qualche osservazione è più utile criticare il comportamento, non la persona, evitando gli apprezzamenti sarcastici e svalutativi.
Un altro aspetto importante, è quello di evitare le assolutizzazioni: "fai sempre così", "non mi ascolti mai", sono frasi che danno per scontato che tutto sia immutabile, senza lasciare spazio a possibili evoluzioni, troncando quindi ogni tipo di comunicazione.
In conclusione, ricevo spesso nel mio studio, coppie che lamentano disfunzioni sessuali, e che durante la consulenza ammettono di non aver avuto mai un buon dialogo, e che molti aspetti importanti sono stati tralasciati, per un'eccessiva difficoltà nell'esprimere i propri stati d'animo. In molti casi, queste coppie non si conoscono bene, anche dopo molti anni di relazione (convivenza o matrimonio), e manifestano evidenti difficoltà nel parlare apertamente degli aspetti, che hanno dato per scontato e non hanno mai approfondito, nel corso degli anni. Il percorso psicosessuologico ha l'obiettivo di migliorare la conoscenza reciproca, approfondendo diversi aspetti della relazione affettivo-sessuale, favorendo così un dialogo costruttivo tra i due partner.
Dottoressa MONICA CAPPELLO
Psicologa Sessuologa TORINO