Quando parliamo di vitamina D molto spesso la accostiamo a terapie che riguardano deficit di calcio nelle ossa, come nel caso dell'osteoporosi. Oggi scopriamo come questa vitamina sia sotto la lente di ingrandimento per il fatto che i suoi effetti benefici riguardino diverse patologie autoimmuni oltre che patologie più severe quali ipertensione, cancro ma anche meno rilevanti come nel caso dell'influenza stagionale. Quando parliamo di vitamina D, non si parla di una singola vitamina ma di un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5.
Le due più importanti forme nella quale la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall'attività biologica molto simile. Di queste, la D2 è sintetizzata dalle piante, mentre la D3 è sintetizzata dall' uomo nella pelle, quando è esposta ai raggi ultravioletti B della luce solare.
La prescrizione di vitamina D negli ultimi anni è in continuo aumento le patologie per le quali viene prescritta sono moltissime, ricordiamone alcune : Ipofosfatemia correlata alla sindrome di Fanconi, Iperparatiroidismo dovuto a bassi livelli di vitamina D,Osteomalacia,Psoriasi,Debolezza e dolore muscolare ecc.
Sempre più spesso la prescrizione viene effettuata anche per prevenzione di patologie come ad esempio: Prevenzione del cancro al seno,Osteoporosi corticosteroidi–indotta, Diabete, Sclerosi Multipla ecc
Non si ha una letteratura scientifica che assicuri tale prevenzione, molti studi sono in corso e molti dati si stanno registrando. Vi sono anche studi che dimostrano come l'efficacia dell'assunzione di vitamina D non abbia effetti; come nel caso dello studio condotto presso l'università di Otago in Nuova Zelanda il quale è stato pubblicato sulla rivista American Medical Association. Lo studio infatti non ha trovato nessun vantaggio signficativo nel prevenire il raffreddore con la somministrazione di forte dosi di vitamina D mensilmente. I ricercatori in questo caso hanno arruolato 322 adulti sani che per 18 mesi, in modalità random, hanno assunto placebo o vitamina D alla dose di 200000 UI per i primi due mesi e poi 100000 UI nei restanti 16 mesi, ma con grande sorpresa, sia i pazienti che hanno assunto vitamina D che placebo nei 18 mesi si sono ammalati in media 4 volte e la loro sintomatologia è durata in media 12 giorni. Tuttavia altri studi sembrano dimostrare il contrario come nel caso della scoperta di un'interazione tra geni e Vitamina D nella Sclerosi Multipla, ad oggi la maggior parte dei medici è orientata alla prescrizione per gli effetti benefici e preventivi riportati precedentemente.