Parlando di parto in Italia, non si può non notare come il nostro paese detenga il primato mondiale di parti cesari, ovvero un bambino su quattro nasce attraverso questo intervento chirurgico non sempre necessario. Il cesario infatti è un vero e proprio intervento chirurgico programmato alla 38-39 settimana,il neonato dunque viene esposto ad un trauma in quanto fisiologicamente la gravidanza non viene portata a termine. Le complicanze quanto i rischi sono presenti sia per la madre, sottoposta ad intervento chirurgico, sia per il piccolo il quale avrà una maggiore probabilità di sviluppare patologie come l'asma e se nati prima della 39 settimana più soggetti a infezioni, difficolta respiratorie, ipoglicemia. Sono sempre più rilevanti e correlati da studi scientifici, le differenze riguardanti aspetti fisiopatologici tra i neonati, nati da parto naturale e quelli nati con parto cesareo. Ricordiamo brevemente lo studio portato avanti dalla facoltà di Agraria dell'Università Cattolica di Piacenza, la quale è stata pubblicata sulla rivista di nutrizione Americana; The Jornal of Nutrition. La ricerca dimostra come la microflora intestinale dei neonati, nati con parto cesareo, sia più instabile rispetto a quella di neonati, nati con parto naturale. Inoltre viene ipotizzato, come questa condizione iniziale di discrasia, possa influenzare lo sviluppo del sistema immunitario. Il parto cesareo dovrebbe essere pratico solo nei casi in cui vi sia una vera e propria necessità e non sotto richiesta della futura madre. E' evidente come la scarsa informazione e formazione delle donne faccia accostare il parto ad un evento doloroso e traumatico.