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Una tac spiraleMILANO - Uno studio Mild, condotto dall'Istituto nazionale dei tumori (Int) su un campione di 4099 forti fumatori tra il 2005 e il 1011, ha dimostrato che la tac spirale non riduce la mortalità provocata dal tumore al polmone.

Infatti, gli esperti hanno verificato che tra loro quelli che sono stati tenuti sotto osservazione con la tac spirale di ultima generazione a 16 strati non c'è stata nessuna riduzione della mortalità rispetto a chi non ha fatto alcun controllo.

I ricercatori hanno tratto questa conclusione dividendo i partecipanti in tre gruppi: il primo (1186 persone) sottoposto ogni due anni a tac spirale, il secondo (1190) una volta l'anno e un terzo (1723) senza alcun controllo. Così sono stati diagnosticati 49 tumori del polmone (29 nel gruppo annuale e 20 nel gruppo biennale). L'incidenza del tumore del polmone, calcolata sul denominatore di 100mila persone, diventa di 311 su 100mila nei pazienti non sottoposti ad alcun controllo, di 457 su 100mila tra quelli sottoposti a controllo ogni due anni e di 620 su 100mila tra quelli sottoposti a controllo una volta l'anno.

Dunque l'incidenza del tumore è doppia in chi si sottopone a controlli frequenti. A questa maggiore capacità di diagnosi precoce non è corrisposta una riduzione della mortalità: nel gruppo non controllato e nel gruppo controllato ogni due anni sono morti per tumore del polmone 109 pazienti su 100mila, mentre nel gruppo controllato ogni anno la mortalità è stata quasi doppia, pari a 216 pazienti su 100mila.

"È probabile che i tumori in più individuati con la tac spirale - ha spiegato Ugo Pastorino, direttore del dipartimento di chirurgia dell'Int - siano per la maggior parte forme indolenti, che si sarebbero sviluppate lentamente o per niente. I tumori mortali sarebbero cresciuti così rapidamente che la tac spirale non li avrebbe individuati in tempo utile. Inoltre troppe radiazioni continuate possono peggiorare la situazione".