TORONTO - Uno studio del Centre for Addiction and Mental Health 1 di Toronto, pubblicato sul "Journal of Experimental Medicine", ha scoperto un nuovo inibitore che può aiutare chi ha smesso di fumare a non ricominciare.
I ricercatori hanno scoperto che nei fumatori più incalliti l'esposizione alla nicotina determina l'interazione tra due neuro recettori nel cervello e l'inibitore identificato durante le analisi agisce evitando questo collegamento.
Attraverso la sperimentazione sui topi, gli animali addestrati ad autosomministrarsi la nicotina, l'inibitore non ha avuto nessun effetto sulla loro propensione a cercare la sostanza.
Tuttavia, nelle cavie "ex fumatrici", a cui era stata fatta perdere l'abitudine, l'inibitore ha ridotto il numero di recidive dopo l'esposizione a stimoli ambientali precedentemente associati all'assunzione di una dose di nicotina.
Per gli scienziati, quindi, "se l'inibitore funziona allo stesso modo anche nell'uomo, si potrà fornire un nuovo potente strumento per ridurre, nelle persone che hanno smesso di fumare, il desiderio e la voglia di ricominciare".
"La novità di questa ricerca è quella di aver studiato principalmente gli aspetti della dipendenza legati agli stimoli ambientali - ha spiegato Roberta Pacifici direttrice dell'Osservatorio fumo, Alcol e droga dell'Istituto Superiore di Sanità 2 - come, ad esempio, la gestualità e tutto quello che rientra nel comportamento psicologico. Si è spostato l'interesse metodologico che prima si concentrava sulla dipendenza dalla sostanza".
Infatti, secondo diversi esperti l'aspetto psicologico ha un ruolo importante nella dipendenza da fumo, poiché non è solo la nicotina a creare dipendenza, ma tutta la gestualità legata al consumo di bionde.
Inoltre, i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sul tabagismo sono piuttosto preoccupanti dato che ogni sei secondi il tabacco uccide una persona.
Spesso il vizio incomincia molto presto, poiché una ricerca recente dell'associazione I-think 1 ha rivelato che "chi comincia a fumare a 15 anni ha "una probabilità di morire di cancro tre volte maggiore rispetto a chi inizia 10 anni più tardi".
Comunque, c'è chi per superare il problema e abbandonare il vizio sceglie la sigaretta elettronica, ma secondo una ricerca presentata all'European Respiratory Society (Ers), possono danneggiare bronchi e polmoni.
Per fronteggiare questo problema che determina conseguenze dirette sulla salute di milioni di persone sono state avviate campagne per combattere il tabagismo.
Aspettando i risultati definitivi delle sperimentazioni in materia, in Italia è possibile rivolgersi al Telefono Verde contro il Fumo (800.554088) e ad uno dei 400 centri presenti sul territorio nazionale.