Le protesi sono state vendute a cinque strutture ospedaliere marchigiane: Ospedale civile di Jesi (20 le protesi fatturate, di cui 17 impiantate), l'Ospedale civile Fraternità Santa Maria della Misericordia di Urbino (13 acquistate, 10 utilizzate), l'Inrca di Ancona (10 acquistate, 10 impiantate), La casa di cura Villa Anna di San Benedetto del Tronto (utilizzate tutte le 3 protesi fatturate), il Polo ospedaliero di Loreto (impiantata la sola protesi acquistata).
Nosocomi come l'Ospedale regionale di Torrette (Ancona) e Marche Nord di Pesaro, invece, non risultano tra gli acquirenti del modello segnalato dal Ministero.
"La Regione si è prontamente attivata per effettuare un monitoraggio completo sui pazienti coinvolti, in modo da seguire l'evolversi clinico e legale della questione", ha dichiarato il direttore del dipartimento Salute e Servizi Sociali della Regione Marche Carmine Ruta.
"Dopo la circolare ministeriale del 24 gennaio 2012, che sollecitava un monitoraggio della situazione - ha spiegato Ruta - abbiamo subito attivato il sistema sanitario regionale per trasmettere le disposizioni e le sollecitazioni del Ministero. Alle Aziende sanitarie, all'Asur e all'Inrca sono stati chiesti di avviare i controlli sui pazienti, di conoscere le revisioni effettuate e le motivazioni dell'eventuale sostituzione chirurgica delle protesi".
"Le informazioni - ha proseguito il direttore - sono pervenute, ora abbiamo un quadro completo della situazione. Comunque le verifiche continueranno, in modo che tutte le persone coinvolte abbiano un supporto medico adeguato e un'assistenza clinica continua".