Le malattie infettive per chi viaggia verso mete esotiche. L’afa che rischia di attanagliare chi è diretto verso una capitale in cui si appresta a muoversi per ore tra musei, parchi e monumenti. I rischi connessi all’annegamento - soprattutto se si hanno bambini - se la destinazione delle prossime vacanze estive è rappresentata da una località di mare. Gli incidenti in quota, per chi ha in programma una tappa in montagna.

Partire è ormai l’obiettivo in cima alla lista di oltre nove italiani su dieci, in procinto di lasciare la propria residenza nell’arco del prossimo mese. Ma se questi giorni sono caratterizzati dall’euforia e dall’organizzazione del viaggio, una volta in vacanza possono verificarsi degli «incidenti» in grado di minare la nostra salute. Molti problemi sono prevenibili o risolvibili, a patto di conoscere le potenziali insidie e i rimedi da mettere eventualmente in atto.

Vacanze in luoghi esotici: al ritorno attenzione alle infezioni

I batteri resistenti agli antibiotici sono fra i ricordi di viaggio più comuni per gli italiani. Poco meno di due milioni di connazionali quest’anno sceglieranno un Paese tropicale o subtropicale per le loro vacanze. E uno di loro su 4, quasi 500mila persone, rientrerà portandosi appresso germi difficili da eliminare con le cure antibiotiche standard. I batteri resistenti possono essere incontrati spesso durante vacanze in aree come il Sudest Asiatico, l’Africa, il Sudamerica e tutte le nazioni a basso-medio reddito e costituiscono un rischio per il viaggiatore stesso e per la sua comunità, al rientro.

Se si viene colonizzati da questi germi, infatti, si possono sviluppare malattie come infezioni urinarie o infezioni respiratorie. Ma soprattutto si può essere un serbatoio di batteri per persone più fragili, come anziani o soggetti con malattie debilitanti. Accanto ai rischi classici, come dengue, malaria o diarrea del viaggiatore, esistono dunque anche pericoli più subdoli connessi alle vacanze. Se i batteri restano confinati all’intestino come spesso accade, ma ha addosso una sorta di «bomba a orologeria» pronta a esplodere. La prevenzione, anche in questi casi, è la migliore alleata. Quando si viaggia in Paesi a rischi, è opportuno fare estrema attenzione all’igiene delle mani e all’alimentazione, evitando cibi crudi, le bibite non imbottigliate e il ghiaccio aggiunto alle bevande.

Come fronteggiare il mal di movimento

Il cosiddetto «mal di macchina» (cinetosi) colpisce maggiormente i bimbi di età compresa tra i 3 e i 12 anni. Come attenuare il rischio che il viaggio diventi per loro un incubo? «Meglio cercare di distrarli, facendo guardare loro la strada o il paesaggio, ed evitare odori che possono essere forti come quelli dei deodoranti per auto - dichiara Gaetano Mariani, primario del reparto di pediatria dell'ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba (Como) -. Fondamentale è inoltre tenere i bambini dritti, non dare loro da bere bibite gassate, latte ed evitare i pasti troppo abbondanti. Il resto devono farlo gli adulti, evitando di guidare in maniera brusca». Dopo i 4 anni, ai bambini possono essere date anche gomme o pasticche a base di un antistaminico (dimenidrinato) indicato per il mal di movimento. Poco efficaci invece i cerotti da applicare dietro l'orecchio, a base di scopolamina. Se si opta invece per l’aereo, è all’eventuale variazione del fuso orario che occorre prestare maggiore attenzione nei primi giorni di vacanza. Il disagio può diventare più importante se si superano almeno quattro fusi. In questi casi, se un bambino fatica ad addormentarsi, utile può essere il ricorso alla melatonina. Oltre ai medicinali per i malesseri dovuti al movimento, quando si parte con un bambino ci sono diversi farmaci che non devono mai rimanere fuori dal trolley. Del «kit di sopravvivenza» fanno parte un farmaco contro la febbre e analgesico (non in supposte, perché tendono a deteriorarsi), una crema antistaminica o cortisonica contro le punture d'insetto e un antisettico per disinfettare le ferite. Insieme a fialette di soluzione fisiologica (possono servire anche per detergere una ferita), sali reidratanti (in caso di vomito o diarrea), un termometro, repellenti e zanzariere per la culla, cerotti e garze, prodotti a base di ammoniaca (in caso di puntura di una medusa). Più gli eventuali farmaci prescritti.

Lo scompenso cardiaco non va in vacanza

Un’altra quota importante di indicazioni riguarda gli adulti che soffrono di disturbi cardiovascolari: in particolare di scompenso cardiaco, un problema per un milione di italiani. Durante i mesi estivi, le prolungate ondate di calore che mettono a dura prova il fisico di pazienti spesso fragili e anziani. «Nei mesi estivi un aspetto particolarmente critico riguarda la terapia - dichiara Claudio Pedone, geriatra del Campus Biomedico di Roma -. Il caldo può provocare un'importante perdita di liquidi, oltre a un abbassamento della pressione che rende eventualmente necessario ritoccare il dosaggio invernale dei farmaci. Occorre però non agire mai in autonomia, ma rivolgersi sempre al medico curante: all'inizio della stagione calda o quando i sintomi iniziano a diventare evidenti».

Twitter @fabioditodaro