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Aveva 91 anni Thomas Starzl, il chirurgo americano che ha portato la rivoluzione nel mondo dei trapianti. E' sua la prima sostituzione di fegato, nel 1963. Suo il coraggio (scientifico), fine Ottanta, di sperimentare i trapianti di babuino sull'uomo. Nato l'11 marzo del '26, Starzl ha iniziato la sua carriera nei primi anni Sessanta nell'università del Colorado.

Una scuola, la sua, che ha modificato le scelte dei ricercatori e dei chirurghi. All'inizio della sua sfida sui trapianti di fegato lavorava in un un ospedale a Denver. Perse i primi tre bambini per complicanze. Sembrava che questo ripetuto fallimento potesse fermare il pioniere che, tra plausi e polemiche, decise comunque di andare avanti. Si spostò a Pittsburgh e, dal 1967, ha iniziato i suoi successi in sala operatoria.
Successi che sono diventati tecnica sempre più collaudata. Tanto da far diventare l'operazione un intervento di routine, eseguito ancora oggi con la stessa procedura.

Fondamentali per la sopravvivenza dei pazienti le sue intuizioni nell'utilizzo della terapia immunosoppressiva dopo il trapianto come le ricerche indirizzate alla conservazione degli organi, il trapianto di più organi (multiviscerale) e l'intervento delle isole pancreatiche.

«Ha scritto la storia della medicina moderna» commenta la Società italiana di trapianti d'organo. «Starzl verrà ricordato come il primo chirurgo ad effettuare il trapianto di fegato nell'uomo - commenta Umberto Cillo, presidente della Società italiana trapianti d'organo allievo di Starzl come i Direttori dei centri trapianti Antonio Pinna dell'università di Bologna e Vincenzo Mazzaferro dell'Istituto nazionale tumori di Milano - Un intervento ancora oggi di grande complessità, apparentemente impossibile quando ha eseguito il primo caso. Basti pensare che solo dieci anni prima nasceva l'anestesia moderna. Starzl ha incarnato la figura del chirurgo-scienziato, in cui le mani e la tecnica chirurgica sono subordinate ad una mente brillante. Ci lascia una lezione: non arrendersi davanti all'impossibile, tra sogno e rigore scientifico».

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