Zero sigarette, cinque porzioni di frutta e 30 minuti di attività fisica. E’

questo quello che tutti possiamo fare per ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Ed è probabilmente anche quello che i malati dovrebbero fare per rendere il loro tumore più vulnerabile alle terapie. A ricordarcelo, come ogni anno, sono i circa 20mila volontari dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) impegnati oggi in oltre 2.700 piazze per la campagna «Le Arance della Salute». Si tratta del tradizionale appuntamento per promuove gli stili di vita sani per la prevenzione del tumore: a fronte di una donazione di 9 euro, che andrà a sostegno della ricerca sul cancro, Airc distribuirà una rete da 2,5 chilogrammi di arance rosse di Sicilia, alimento noto per i suoi eccezionali poteri antiossidanti, insieme a una speciale Guida con preziose informazioni per la selezione dei cibi da portare in tavola e per una lettura consapevole delle etichette alimentari.

3 TUMORI SU 10 NASCONO A TAVOLA

Secondo l’American Institute for Cancer Research tre tumori su dieci sono prevenibili con una sana alimentazione. Il cibo che consumiamo rimane uno dei fattori di rischio più importanti, dopo il fumo e prima della sedentarietà. Non tutti i tumori sono però ugualmente sensibili agli effetti del cibo. Lo ha dimostrato lo studio Epic, realizzato grazie anche al contributo di Airc, osservando per oltre vent’anni le abitudini alimentari dei cittadini europei. I risultati di Epic confermano che esofago, stomaco e intestino - gli organi più direttamente a contatto con il cibo che ingeriamo - sono quelli sui quali una sana alimentazione esercita il maggior effetto preventivo contro il cancro.

ATTIVITA’ FISICA E SPORT RIDUCONO RISCHIO CANCRO

Tuttavia, la sana alimentazione da sola non basta. È altrettanto importante l’esercizio fisico regolare che, come dimostrato da numerose ricerche, diminuisce del 20-40% il rischio di tumore al colon, all’endometrio e del polmone, oltre a contribuire alla prevenzione del cancro al seno. Non è un caso se il mondo dello sport è protagonista anche nell’immagine della campagna, con la campionessa Margherita Granbassi, nella doppia veste di volontaria e ambasciatrice dell’associazione: «Oggi ci tengo a far arrivare a tutti il messaggio – dice - che dal cancro si può guarire grazie ai traguardi raggiunti dalla ricerca. È fondamentale poi che ciascuno faccia la propria parte seguendo degli stili di vita salutari, perché come dimostrato da molti studi le nostre scelte quotidiane si ripercuotono sulla nostra salute».

RICERCA AIRC: STUDI SU DIAGNOSI, PREVENZIONE E CURE

«Il 2017 si apre con il significativo investimento di quasi 102 milioni di euro destinati a 680 progetti di ricerca - sottolinea Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico Airc - per la diagnosi, prevenzione e cura del cancro e a programmi di formazione per giovani scienziati».

Due gli ambiti di ricerca considerati tra i più promettenti: quello sul sistema immunitario e quello sui «cronofarmaci». «Grazie ai progressi della ricerca e alla sempre maggiore conoscenza del sistema immunitario – spiega Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University - oggi sappiamo che è possibile allenare le nostre difese naturali affinché siano sempre pronte a proteggere, nel modo migliore, il nostro organismo. Da una parte grazie ai vaccini, che potenziano il sistema immunitario perché lo preparano a riconoscere e debellare virus e batteri prima che ci arrechino un danno. Dall’altra parte nella lotta al cancro, grazie all’immunoterapia. È sempre più evidente, inoltre, che lo stile di vita costituisce per il nostro sistema immunitario una vera e propria palestra, perché ne influenza il funzionamento».

CRONOFARMACI CONTRO OROLOGIO INTERNO DELLE CELLULE TUMORALI

Rappresentante della ricerca sui «cronofarmaci» è invece Benedetto Grimaldi dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. «Le nostre cellule – spiega - sono dotate di un orologio interno che dà il giusto ritmo a molteplici processi fisiologici. Lavorando al progetto sostenuto da Airc ho potuto osservare che nei tumori questo orologio ha un funzionamento difettoso e in alcuni casi può addirittura impazzire. Con il mio gruppo siamo riusciti a dimostrare che è possibile intervenire sugli ingranaggi di tale orologio con specifiche molecole, da noi brevettate, per spostare ‘le lancette’ delle cellule malate alla “giusta ora”, favorendo così la morte delle cellule tumorali. Questo ci consentirà di mettere a punto nuovi farmaci per migliorare la cura di vari tipi di tumore, come quelli del fegato, del pancreas, della prostata e della mammella. Inoltre le molecole che bloccano gli orologi tumorali potrebbero significativamente implementare l’azione di medicinali già esistenti, aumentando la loro efficacia sul tumore ma diminuendo i loro effetti indesiderati nei confronti delle cellule sane. È stato infatti dimostrato che sia l’azione benefica sia gli effetti collaterali di molti farmaci attualmente utilizzati per combattere i tumori dipende anche dall’orologio biologico».


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