Secondo una nota dell'organismo, con 20mila euro (che diventano 18 se la domanda viene presentata prima dei termini ultimi di iscrizione) ci si può iscrivere all'Università "Fernando Pessoa" di Lisbona, scavalcando così la lista degli 800 odontoiatri previsti per legge. Si tratta di un business della formazione a discapito del diritto allo studio.
A lanciare l'allarme sono anche i sindacati e gli organismi istituzionali della professione e del mondo universitario odontoiatrico, preoccupati della possibilità che un ateneo estero privato possa aprire una sorta di succursale in Italia per far studiare studenti iscritti all'Ateneo portoghese.
"Preoccupa - hanno affermato in una nota congiunta Antonella Polimeni, Presidente del Collegio dei Docenti di Odontoiatria e Marco Ferrari, Presidente della Conferenza permanente dei Corsi di Laurea di Odontoiatria - la possibilità che venga riservata a un Ateneo privato una cospicua fetta di aspiranti odontoiatri, significherebbe aprire la professione soltanto agli studenti più abbienti".
La querelle è iniziata alcuni mesi fa, ma sembrava archiviata il 24 febbraio scorso con la firma, da parte del Ministro Francesco Profumo, del decreto di revoca dell'autorizzazione per l'istituzione in Italia dell'Università privata portoghese. Tuttavia, a riaprirla è stata la presentazione, da parte dell'Ateneo di Lisbona, di un ricorso al Tar del Lazio alcuni giorni fa.