«Le cautele sono utili, ma non occorre esagerare. I rischi sono soprattutto per chi già soffre di patologie legate all’apparato respiratorio, oppure per coloro che hanno malattie oncologiche. Per gli altri basterà una moderata prudenza».
Smorza i toni allarmistici relativi all’emergenza inquinamento a Torino, il dottor Marco Baldi, direttore emerito del reparto Pneumologia dell’Ospedale Molinette consultato in merito al suggerimento dell’amministrazione comunale del capoluogo piemontese che invita i cittadini a rimanere chiusi nelle loro case e a non tenere le finestre aperte in queste ore di forte concentrazione di polveri sottili.
«Il problema dell’inquinamento - spiega lo specialista - ricompare puntualmente ogni anno nel momento in cui vengono accesi i riscaldamenti, aumenta il traffico e non piove o non tira vento. Questo non significa che ci si debba rintanare in casa o smettere di svolgere i propri compiti quotidiani. Il problema riguarda soltanto le persone che sono affette da patologie respiratorie conclamate, oppure i soggetti oncologici o ancora gli anziani e i bambini, la cui salute è più delicata a prescindere».
Quindi, per i cittadini sani, il pericolo legato all’aumento delle polveri sottili nell’aria, è davvero relativo. Il dottor Baldi ci tiene anzi a precisare che il fumo di sigaretta è ben più dannoso che non i livelli di inquinamento di queste ultime settimane. Ed evidenzia percentuali precise al riguardo, parlando di un rischio di contrarre importanti malattie di 20 volte maggiore per un fumatore rispetto a chi è costretto a vivere nello smog. «Chi ha il vizio della sigaretta e ne fuma una media di 15/20 al giorno per 30 anni, è certamente più esposto alla possibilità di ammalarsi di tumore rispetto a un individuo che per 10 anni respira l’aria inquinata di una città come Torino».
Possiamo dunque stare tranquilli? Non dobbiamo prendere alcuna precauzione? Neppure indossare le mascherine bianche che siamo abituati a vedere per esempio sui volti degli orientali in un Paese iper inquinato come la Cina?
«Quelle mascherine non servono a niente - precisa Baldi - Servirebbero semmai quelle col filtro che sono difficili da gestire perché occorre respirarvi dentro in un certo modo e se non si è abituati ci si sente soffocare. Senza esagerare, possiamo essere semplicemente un po’ accorti. In auto utilizzare il riciclo dell’aria, non passeggiare o correre nelle ore di punta del traffico, salvaguardare gli anziani e soprattutto i bambini che hanno una ventilazione maggiore rispetto agli adulti in rapporto al loro peso corporeo. E non portarli a spesso nei passeggini che si trovano alla stessa altezza degli scarichi della automobili».
Prudenza dunque, ma nessuna paura. L’aria che respiriamo non è delle migliori, ma i suoi effetti sulla nostra salute sono relativi e, se ci saranno, si potranno verificare soltanto nel lungo periodo, il che significa fra decenni.
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