L’inquinamento dell’aria non è un problema solo per la salute dei polmoni: un numero crescente di evidenze scientifiche mostra che respirare aria pulita consentirebbe di evitare un gran numero di malattie cerebrovascolari e neurodegenerative.
Per questa ragione, l’edizione di quest’anno della giornata mondiale del cervello (World Brain Day) – organizzata dalla Federazione mondiale di neurologia il 22 luglio – sarà dedicata agli effetti negativi dell’inquinamento ambientale sul cervello. Lo slogan scelto è «Aria pulita per la salute del cervello», #worldbrainday2018 #wbd2018cleanairforbrainhealth
INQUINAMENTO E SALUTE
«L’inquinamento atmosferico consiste nella contaminazione diffusa, spesso invisibile, di bioaerosol nocivi contenenti polline, spore, particelle e sostanze tossiche. Gli inquinanti possono derivare da fonti naturali o essere dovuti all’attività umana» spiega il professor Jacques Reis responsabile del gruppo di lavoro di medicina ambientale della World Federation of Neurology.
Stime recenti indicano in 9 milioni i decessi ogni anno nel mondo attribuibili all’inquinamento dell’aria e 467 mila in Europa, secondo il rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente EEA. E secondo i dati diffusi dall’Oms lo scorso maggio, nove esseri umani su dieci respirano aria inquinata, definita un «killer invisibile» all’origine del 10% di tutti i decessi.
E il cervello? «Secondo il Global Burden of Disease, fino al 30% di tutti gli ictus nel mondo può essere ricondotto a sostanze inquinanti nell’aria» spiega il professor Mohammad Wasay, responsabile delle celebrazioni del World Brain Day.
EFFETTI SUL CERVELLO
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno indagato a fondo in che modo tutto ciò agisce sul cervello. Tanto che oggi ipotizzano che proprio l’inquinamento sia coinvolto nell’aumento di patologie neurologiche nel mondo. «Gli inquinanti entrano nel corpo attraverso le vie respiratorie e alimentari, causando risposte infiammatorie e riuscendo ad arrivare al cervello attraverso il flusso sanguigno o il tratto respiratorio superiore – spiega Reis - Anche il conseguente danno al microbiota intestinale può avere un impatto sul cervello».
L’elenco dei possibili effetti nocivi che possono essere collegati all’inquinamento atmosferico è lungo: aterosclerosi, stress ossidativo, risposte infiammatorie in tutto il corpo, danni ai vasi sanguigni, aumento della pressione sanguigna, alterazione dei meccanismi di protezione della barriera emato-encefalica e problemi cardiaci.
A livello cellulare, gli inquinanti atmosferici interferiscono con i mitocondri - spesso indicati come “centrali elettriche” delle cellule - e con il materiale genetico come il DNA. Di tutto questo, i politici e gli amministratori locali devono iniziare a tenere conto. La giornata mondiale del cervello servirà ad aumentare la loro consapevolezza e quella dei cittadini.