L’alcol è una sostanza tossica per il feto e può causare malformazioni e ritardi nella crescita prenatale e post-natale che nel bambino sono alla base di deficit cognitivi e fisici e di disturbi dell’apprendimento e del comportamento che vanno sotto il nome di Sindrome feto-alcolica (o alcol-fetale, FAS). Questa colpisce ogni anno in Italia circa 25mila bambini. Insieme ai disturbi alcol correlati (FASD), è la prima causa di ritardo mentale nei bambini nel mondo occidentale. A questa condizione, che è completamente evitabile astenendosi dall’alcol, è dedicata la Giornata Internazionale della Sindrome Feto Alcolica e disturbi alcol correlati che si celebra il 9 settembre.

Si sa che bere alcolici, anche in dosi moderate, durante la gestazione può causare aborto spontaneo, parto prematuro e una serie di difficoltà. Ma, in ogni fase della gravidanza, l'esposizione all'alcool è nociva anche per lo sviluppo del feto e causa diversi problemi tra cui un basso peso alla nascita, difficoltà nella crescita e problemi al cuore, ai reni e al cervello. I bambini possono avere ritardi nello sviluppo e difficoltà di comunicazione e di apprendimento. Tanto che l’Oms raccomanda di astenersi dall’alcol durante la gravidanza e l’allattamento e nel caso in cui sia stata programmata una gravidanza.

Nonostante consumare bevande alcoliche in gravidanza abbia pesanti conseguenze di lungo periodo sul bambino, secondo le stime del «The Lancet Global Health» del 2017 ogni anno nascono nel mondo circa 119 mila bambini con FAS, di cui soffrono 15 persone su 10.000. Molte ancora le cose che non si sanno sulle dosi, le tempistiche di esposizioni, la vulnerabilità individuale, ma quel che è certo è che nessuna quantità di alcol è sicura in gravidanza. Eppure, secondo uno studio dello scorso aprile, una donna su dieci beve alcol in gravidanza e il 4% ammette il binge drinking, che è il consumo elevato di alcol, inteso come 4 o più unità di bevande alcoliche in un’unica occasione. Inoltre, queste cifre sono giudicate inferiori alla realtà, considerando la scarsa propensione di alcune donne ad ammettere questi comportamenti.

In Italia, secondo il Progetto Sorveglianza 0-2 anni dell’Istituto Superiore di Sanità, il consumo di bevande alcoliche in gravidanza almeno 1-2 volte al mese va dal 18,3% al 28,6% a seconda dell’area geografica. Quanto al binge drinking, esso è stato riportato una volta al mese dal 3-6% delle mamme, senza differenze tra regioni italiane. In Veneto, i dati raccolti da GenitoriPiù, registrano percentuali di consumo del 32,3% in gravidanza e del 42,9% in allattamento.

Per sensibilizzare la popolazione sulle condizioni fisiche e di ritardo mentale che si possono manifestare nelle persone le cui madri hanno consumato bevande alcoliche o droghe durante la gravidanza, il 23 settembre 2019 a Roma, l’Associazione Italiana Disordini da Esposizione Fetale ad Alcol e/o Droghe organizza il convegno «Alcol, sostanze psicoattive e gravidanza: un’alleanza tra cultura, tutela e diritti».