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La crescita esponenziale del numero degli allergici è fenomeno noto, quanto quello degli esami inutili, spesso non validati scientificamente, per identificare la presenza di un’eventuale malattia su base allergica. Ad entrambi i problemi si cerca di porre rimedio nella consapevolezza che le prime fasi della vita, durante lo sviluppo del sistema immunitario, sono le più delicate per una sua corretta maturazione.

ALLERGIE ALIMENTARI

Gli italiani colpiti da un’allergia a qualche sostanza contenuta nei cibi hanno raggiunto ormai quota 2 milioni di persone, oltre il 3% della popolazione italiana. A questi se ne aggiungono altri 3 di intolleranti alimenti. Così la SIAAIC ha deciso di organizzare dei corsi per i ristoratori e gestori di esercizi alimentari istituendo dei bollini anti-allergie che identificheranno i locali dove i circa 5 milioni di italiani con allergie o intolleranze alimentari potranno mangiare senza correre pericoli. Un’iniziativa in linea con la raccomandazione del Regolamento Europeo, che suggerisce la presenza di personale formato ad affrontare le allergie tra gli addetti al pubblico.

OLTRE GLI ALIMENTI: LE MOLECOLE

«Sono moltissime le forme di allergia al cibo che si stanno sempre più diffondendo – spiega il professor Walter Canonica - Si stimano per esempio circa 5 milioni di allergici o intolleranti al nichel che manifestano sintomi sistemici o gastrointestinali dopo aver ingerito uno dei tanti alimenti che contengono il metallo, ma anche circa 100.000 persone, in continuo incremento, che non tollerano uno o più delle migliaia di additivi alimentari che si possono incontrare nei cibi». Andiamo ben oltre i cibi contenuti nelle pietanze consumate. Infatti, i nuovi studi oggi consentono di conoscere verso quale molecola specifica monta la reazione allergica e quindi di avere sempre più chiare le varie associazioni, come ad esempio quella tra allergia respiratoria agli acari della polvere domestica e gravi reazioni asmatiche o sistemiche da ingestione di lumache. Da qui la necessità di più informazione.

RISTORATORI PREPARATI E FORMATI

Un paziente allergico è sempre bene informato su cosa mangiare e cosa no, ma i ristoratori non devono trovarsi impreparati per allontanare il rischio di servire ad esempio un alimento cui il cliente non sia allergico ma che scateni reazioni a causa di allergie crociate. Le lezioni, tenute dagli allergologi, affronteranno varie tematiche e gli specialisti insegneranno ai ristoratori a riconoscere le manifestazioni cliniche di allergia alimentare, soprattutto nelle forme più gravi, spiegando che cosa sia necessario fare per intervenire nel modo più corretto. I primi corsi partiranno a fine aprile a Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, coordinati da Domenico Schiavino, responsabile del Servizio di Allergologia del Policlinico Gemelli di Roma, e si estenderanno poi a tutta Italia.

@nicla_panciera

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