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Se per gli uomini può essere una dramma, per il gentil sesso può diventare una vera e propria tragedia. Moltissime donne infatti vivono la caduta dei capelli come la perdita di un pezzo fondamentale della propria femminilità. Per questo è fondamentale riuscire a capirne le cause che purtroppo non sempre sono note e univoche.

Se da un lato quindi sappiamo che la perdita dei capelli nelle donne sottoposte a chemioterapia è il più delle volte provvisoria o che a volte basta alleviare lo stress per far riprendere vigore alla propria chioma, ci sono situazioni in cui la calvizie sembra quasi inevitabile.

Capita ad esempio ad alcune donne affette da quella che viene definita alopecia androgenetica, un disturbo che riguarda ben 4 milioni di donne in Italia. Per decenni si è pensato che le elevate concentrazioni di androgeni nel sangue potessero rappresentare una "spia" e quindi un indicatore del trattamento da seguire. Ma di recente l’Androgen Excess (AE)-PCOS Society ha pubblicato una serie di nuove raccomandazioni in cui si stabilisce che questa forma di alopecia non è sempre legata alla presenza di elevati livelli di questo ormone maschile, come si crede comunemente.

TERAPIA ANTI-ANDROGENICA POTENZIALMENTE EFFICACE ANCHE CON LIVELLI ORMONALI "NORMALI"

«I capelli possono cadere o diradarsi anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue risultano normali», conferma Cecilia Motta, coordinatrice del Gruppo endocrinologia ginecologica dell'Associazione medici endocrinologi (AME). I livelli di androgeni, quindi, non rappresentano sempre un valido “biomarcatore” dell'alopecia femminile e, di conseguenza, non sempre possono essere considerati come un indicatore del trattamento da seguire.

«Questo significa, quindi, che molte donne affette da questo problema potrebbero beneficiare lo stesso del minoxidil, terapia topica con effetti anti-androgenici. Anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue sono normali», sottolinea Motta. Per le donne affette da calvizie si tratta di un'opzione terapeutica, prima scartata, che potrebbe migliorare la loro condizione.

«La caduta dei capelli ha un impatto significativo sul benessere psicologico e sulla qualità della vita, dice Motta. L'alopecia femminile si può manifestare con un progressivo diradamento dei capelli, con un loro assottigliamento o, in alcuni, casi con un rapido aumento della loro caduta. Sono due i modelli di perdita dei capelli: perdita nell'area centrale della testa con conservazione della parte frontale dei capelli; e perdita prevalentemente frontale o modello dell'albero di Natale», dice Motta. In ogni caso il risultato può minare seriamente la qualità della vita delle donne che ne soffrono.

INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE: RISULTATI MIGLIORI

Le cause dell'alopecia femminile sono ancora sconosciute. «Oltre alla concentrazione di androgeni, sappiamo che i geni ereditati possono svolgere un ruolo, così come forse anche l'infiammazione del cuoio capelluto» dice Motta. Le origini multifattoriali di questo problema sono la causa principale della mancanza di una cura definitiva.

«Abbiamo solo trattamenti che possono bloccare o rallentare la perdita di capelli, - dice Motta - Il trattamento di prima linea è il minoxidil a cui si può aggiungere, tramite un'attenta valutazione caso per caso, una terapia sistemica antiandrogenica. Ancora poco chiari – continua - i benefici associati alla terapia con laser a bassa intensità e alle iniezioni di plasma ricco in piastrine (Prp)».

Di certo c'è che prima si iniziano i trattamenti, migliori saranno i risultati. «E' meglio intervenire quando il danno è ancora limitato in modo da arrestare la caduta -, aggiunge il prof. Vincenzo Toscano, Past President AME. - È quindi fondamentale rivolgersi tempestivamente a un endocrinologo che procederà con un'accurata valutazione clinica e inizierà a costruire, valutando un eventuale coinvolgimento di altre figure specialistiche come il dermatologo, un piano terapeutico adeguato».


Se per gli uomini può essere una dramma, per il gentil sesso può diventare una vera e propria tragedia. Moltissime donne infatti vivono la caduta dei capelli come la perdita di un pezzo fondamentale della propria femminilità. Per questo è fondamentale riuscire a capirne le cause che purtroppo non sempre sono note e univoche.

Se da un lato quindi sappiamo che la perdita dei capelli nelle donne sottoposte a chemioterapia è il più delle volte provvisoria o che a volte basta alleviare lo stress per far riprendere vigore alla propria chioma, ci sono situazioni in cui la calvizie sembra quasi inevitabile.

Capita ad esempio ad alcune donne affette da quella che viene definita alopecia androgenetica, un disturbo che riguarda ben 4 milioni di donne in Italia. Per decenni si è pensato che le elevate concentrazioni di androgeni nel sangue potessero rappresentare una "spia" e quindi un indicatore del trattamento da seguire. Ma di recente l’Androgen Excess (AE)-PCOS Society ha pubblicato una serie di nuove raccomandazioni in cui si stabilisce che questa forma di alopecia non è sempre legata alla presenza di elevati livelli di questo ormone maschile, come si crede comunemente.

TERAPIA ANTI-ANDROGENICA POTENZIALMENTE EFFICACE ANCHE CON LIVELLI ORMONALI "NORMALI"

«I capelli possono cadere o diradarsi anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue risultano normali», conferma Cecilia Motta, coordinatrice del Gruppo endocrinologia ginecologica dell'Associazione medici endocrinologi (AME). I livelli di androgeni, quindi, non rappresentano sempre un valido “biomarcatore” dell'alopecia femminile e, di conseguenza, non sempre possono essere considerati come un indicatore del trattamento da seguire.

«Questo significa, quindi, che molte donne affette da questo problema potrebbero beneficiare lo stesso del minoxidil, terapia topica con effetti anti-androgenici. Anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue sono normali», sottolinea Motta. Per le donne affette da calvizie si tratta di un'opzione terapeutica, prima scartata, che potrebbe migliorare la loro condizione.

«La caduta dei capelli ha un impatto significativo sul benessere psicologico e sulla qualità della vita, dice Motta. L'alopecia femminile si può manifestare con un progressivo diradamento dei capelli, con un loro assottigliamento o, in alcuni, casi con un rapido aumento della loro caduta. Sono due i modelli di perdita dei capelli: perdita nell'area centrale della testa con conservazione della parte frontale dei capelli; e perdita prevalentemente frontale o modello dell'albero di Natale», dice Motta. In ogni caso il risultato può minare seriamente la qualità della vita delle donne che ne soffrono.

INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE: RISULTATI MIGLIORI

Le cause dell'alopecia femminile sono ancora sconosciute. «Oltre alla concentrazione di androgeni, sappiamo che i geni ereditati possono svolgere un ruolo, così come forse anche l'infiammazione del cuoio capelluto» dice Motta. Le origini multifattoriali di questo problema sono la causa principale della mancanza di una cura definitiva.

«Abbiamo solo trattamenti che possono bloccare o rallentare la perdita di capelli, - dice Motta - Il trattamento di prima linea è il minoxidil a cui si può aggiungere, tramite un'attenta valutazione caso per caso, una terapia sistemica antiandrogenica. Ancora poco chiari – continua - i benefici associati alla terapia con laser a bassa intensità e alle iniezioni di plasma ricco in piastrine (Prp)».

Di certo c'è che prima si iniziano i trattamenti, migliori saranno i risultati. «E' meglio intervenire quando il danno è ancora limitato in modo da arrestare la caduta -, aggiunge il prof. Vincenzo Toscano, Past President AME. - È quindi fondamentale rivolgersi tempestivamente a un endocrinologo che procederà con un'accurata valutazione clinica e inizierà a costruire, valutando un eventuale coinvolgimento di altre figure specialistiche come il dermatologo, un piano terapeutico adeguato».