C’è un «sospetto rigetto» nell’operazione di trapianto della faccia, la prima realizzata in Italia, all’ospedale Sant’Andrea di Roma. È quanto rende noto un bollettino dell’ospedale, che sottolinea come «le condizioni generali della paziente sono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita. L’intervento chirurgico è tecnicamente riuscito» ma «i tessuti trapiantati hanno manifestato segni di sofferenza del microcircolo». Tradotto: non arriva il sangue nel tessuto trapiantato. Per questo si valuta «una ricostruzione temporanea con tessuti autologhi della paziente nell’attesa di una ulteriore ricostruzione con un nuovo donatore».
Il prossimo bollettino medico è previsto per le 20, mentre è stata annullata la conferenza stampa inizialmente annunciata per le 14.30.
La paziente, di 49 anni, era affetta da neurofibromatosi, una grave malattia deturpante. Il prelievo dei tessuti è avvenuto da una ragazza di 21 anni, vittima nel Lazio di un incidente stradale, la cui famiglia ha donato anche fegato e reni. Poi un lunghissimo intervento, 27 ore, per impiantare il viso. Tecnicamente si definisce una trapianto “multitessuto”, con pelle, fasce muscolari e cartilagine. Un intervento complesso per il quale sono stati necessari tre anni di preparazione, da parte dell’organizzazione e del personale.