Tra le varie ricadute sanitarie determinate dall’incedere dell’epidemia provocata dal Coronavirus (2.263 i contagi registrati fino a ieri sera), ce n’è una che rischia di passare sotto traccia, ma che secondaria non è. Ovvero: la carenza di sangue, segnalata nelle ultime settimane da più parti d’Italia. Il deficit non ha assunto ancora i caratteri dell’emergenza, ma il rischio è concreto. Perciò, nonostante le prime disposizioni in materia diffuse la scorsa settimana, il Centro Nazionale Sangue ha dovuto fare (in parte) retromarcia. Rispetto ai 28 giorni iniziali, la sospensione dalla donazione è stata infatti ridotta a due settimane. La misura riguarda soltanto chi ha contratto l’infezione da Coronavirus o è stato a contatto stretto con persone che l’hanno avuta e coloro che sono rientrati dalla Cina o transitati nelle «zone rosse» (nei Comuni lombardi di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini o a Vo’ Euganeo, in Veneto) a partire dall’1 febbraio.

Coronavirus: nessun riscontro di trasmissione con il sangue

Superato quello che è il periodo di incubazione dell’infezione, si può tornare a donare il sangue (intero o in singole componenti). Anzi, sarebbe opportuno farlo, «dal momento che iniziamo a registrare un calo della raccolta in diverse Regioni», fanno sapere dal Centro che coordina l’intera rete trasfusionale. «Ogni giorno ci sono oltre 1.800 pazienti che hanno bisogno di terapie trasfusionali - rammenta il direttore, Giancarlo Maria Liumbruno -. Purtroppo le notizie sulla nuova epidemia stanno spingendo molte persone a restare a casa. Stiamo monitorando la situazione, giorno per giorno. Al momento il meccanismo di compensazione tra le Regioni ha permesso di evitare le emergenze, ma le associazioni e le strutture regionali sono pronte anche a effettuare convocazioni straordinarie dei donatori». Nessun rischio di contrarre l’infezione attraverso la donazione, d’altra parte, è stato documentato. Motivo per cui le misure di sospensione adottate vanno considerate una misura precauzionale, così come la misurazione della temperatura che comunque da giorni viene effettuata al momento del «triage» nei centri trasfusionali.

Tutti gli altri invitati a donare

A complicare i piani, in questo periodo, sono stati anche il picco e la coda dell’epidemia influenzale, che ogni anno tra gennaio e febbraio fa registrare un calo dei donatori. Perciò, a chi non è interessato dal provvedimento restrittivo, il Centro Nazionale Sangue ricorda l'importanza di mettersi a disposizione proprio in questo periodo, che potrebbe essere caratterizzato da un calo degli accessi nei centri trasfusionali. Coronavirus a parte, tutte le altre condizioni che possono richiedere una trasfusione non vanno in ferie: dagli incidenti stradali alle emorragie interne, dalle complicanze durante il parto alle nascite dei prematuri, dalle anemie che possono comparire in chemioterapia fino ai trapianti. Il requisito per donare è sempre lo stesso: essere in buona salute.

Twitter @fabioditodaro

Tra le varie ricadute sanitarie determinate dall’incedere dell’epidemia provocata dal Coronavirus (2.263 i contagi registrati fino a ieri sera), ce n’è una che rischia di passare sotto traccia, ma che secondaria non è. Ovvero: la carenza di sangue, segnalata nelle ultime settimane da più parti d’Italia. Il deficit non ha assunto ancora i caratteri dell’emergenza, ma il rischio è concreto. Perciò, nonostante le prime disposizioni in materia diffuse la scorsa settimana, il Centro Nazionale Sangue ha dovuto fare (in parte) retromarcia. Rispetto ai 28 giorni iniziali, la sospensione dalla donazione è stata infatti ridotta a due settimane. La misura riguarda soltanto chi ha contratto l’infezione da Coronavirus o è stato a contatto stretto con persone che l’hanno avuta e coloro che sono rientrati dalla Cina o transitati nelle «zone rosse» (nei Comuni lombardi di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini o a Vo’ Euganeo, in Veneto) a partire dall’1 febbraio.

Coronavirus: nessun riscontro di trasmissione con il sangue

Superato quello che è il periodo di incubazione dell’infezione, si può tornare a donare il sangue (intero o in singole componenti). Anzi, sarebbe opportuno farlo, «dal momento che iniziamo a registrare un calo della raccolta in diverse Regioni», fanno sapere dal Centro che coordina l’intera rete trasfusionale. «Ogni giorno ci sono oltre 1.800 pazienti che hanno bisogno di terapie trasfusionali - rammenta il direttore, Giancarlo Maria Liumbruno -. Purtroppo le notizie sulla nuova epidemia stanno spingendo molte persone a restare a casa. Stiamo monitorando la situazione, giorno per giorno. Al momento il meccanismo di compensazione tra le Regioni ha permesso di evitare le emergenze, ma le associazioni e le strutture regionali sono pronte anche a effettuare convocazioni straordinarie dei donatori». Nessun rischio di contrarre l’infezione attraverso la donazione, d’altra parte, è stato documentato. Motivo per cui le misure di sospensione adottate vanno considerate una misura precauzionale, così come la misurazione della temperatura che comunque da giorni viene effettuata al momento del «triage» nei centri trasfusionali.

Tutti gli altri invitati a donare

A complicare i piani, in questo periodo, sono stati anche il picco e la coda dell’epidemia influenzale, che ogni anno tra gennaio e febbraio fa registrare un calo dei donatori. Perciò, a chi non è interessato dal provvedimento restrittivo, il Centro Nazionale Sangue ricorda l'importanza di mettersi a disposizione proprio in questo periodo, che potrebbe essere caratterizzato da un calo degli accessi nei centri trasfusionali. Coronavirus a parte, tutte le altre condizioni che possono richiedere una trasfusione non vanno in ferie: dagli incidenti stradali alle emorragie interne, dalle complicanze durante il parto alle nascite dei prematuri, dalle anemie che possono comparire in chemioterapia fino ai trapianti. Il requisito per donare è sempre lo stesso: essere in buona salute.

Twitter @fabioditodaro