Una recente analisi afferma che a causa della crescente resistenza dei batteri agli antibiotici, per il 2050 si prevedono oltre 10 milioni di morti all’anno causate da infezioni batteriche. Tra le cause che potrebbero portare a questo scenario, oltre ad un uso errato di queste molecole, c’è sicuramente la carenza di nuovi antibiotici: tra il 1983 e il 1987 i nuovi farmaci sono stati 16, negli Anni 90 solo 10 mentre tra il 2003 e il 2007 quelli presentati sono scesi a 5.

Ora, inaspettatamente, un nuovo antibiotico potrebbe presto arrivare sul mercato. La particolarità è nella sua origine: la molecola in questione, capace di agire contro alcuni pericolosi batteri, viene prodotta all’interno del nostro naso. A scoprirlo un gruppo di ricercatori dell’Università di Tubinga (Germania). I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Nature.

Cosa sono le resistenze batteriche?

Il fenomeno della perdita di efficacia degli antibiotici per sviluppo di efficaci meccanismi di resistenza batterica fu preconizzato da Alexander Fleming nel 1945. Nella sua lettura in occasione della consegna del Premio Nobel, (condiviso con gli altri due scopritori o sviluppatori della molecola - Ernst Chain e Howard Florey, Fleming scrisse che la penicillina poteva perdere di efficacia perché, se male usata e sotto-dosata, poteva non uccidere i batteri ma indurre lo sviluppo di meccanismi di resistenza. Oggi, per la penicillina e per molti altri antibiotici, è arrivato il momento: con un gradiente geografico da sud a nord e da est a ovest, sisono andati diffondendo nel mondo ceppi particolari di batteri opportunisti (quelli che approfittano delle ridotte difese di organismi umani defedati per causare infezioni) contro cui i comuni antibiotici non sono più attivi. Risultato? La mortalità nelle infezioni sostenute da batteri multiresistenti è molto elevata e si aggira intorno al 40-50%. Ecco perché oltre ad una specifica prescrizione servono sempre nuovi antibiotici.

Antibiotico prodotto nel naso

Uno di essi potrebbe essere già di «casa». Analizzando i tamponi nasali di quasi 200 pazienti, gli scienziati tedeschi hanno osservato che dove prosperava il batterio Staphylococcus lugdunensis la presenza del rivale Staphylococcus aureus (batterio patogeno pericoloso) era ridotta al minimo. Indagando in maniera più approfondita gli autori dello studio hanno scoperto che ciò era dovuto alla capacità del primo di produrre un potente antibiotico efficace nell’uccidere il secondo senza che esso sviluppi resistenza. Test di laboratorio hanno poi dimostrato che la molecola in questione è in grado di eliminare anche lo stafilococco resistente alla meticillina (Mrsa), sempre più diffuso nelle corsie ospedaliere, gli enterococchi resistenti alla vancomicina e altri batteri gram-positivi. Prossimo passo sarà ora quello di sperimentare l’antibiotico nell’uomo. Alcuni risultati preliminari ottenuti nei topi sembrano confermarne l’efficacia. Il segreto per sconfiggere i batteri, forse, è proprio scritto dentro di noi.

Twitter @danielebanfi83


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