Ben 20mila bambini e adolescenti, tanti sono nel nostro paese i giovani colpiti con diabete di tipo 1 e la cifra è in continua crescita. Per informare insegnanti, alunni e famiglie su cosa sia il diabete di tipo 1, quali siano i sintomi e come lo si possa gestire nella quotidianità, è partita la campagna «Sono Un T1po» tour che arriverà nelle scuole di primo grado italiane.

L’iniziativa, dell’Associazione Giovani Italiani con Diabete (AGDI) e Lilly e che dopo Napoli, toccherà alcune città italiane, come Roma, Firenze, Chieti e Palermo, intende spiegare che i bambini con diabete sono uguali agli altri, che non devono sentirsi emarginati a causa della propria condizione e che basta adottare piccole precauzioni per vivere bene. «Questa campagna – spiega Franco Cerutti, Presidente della SIEDP – è alla sua seconda edizione; già la prima, che abbiamo realizzato qualche anno fa, ha avuto grandissimo successo, per cui si è deciso di replicarla con altre 5 tappe per il 2017». Per comunicare anche ai più piccoli e favorire l’integrazione dei piccoli diabetici in classe, la campagna ricorrerà anche a due storie Disney di Coco una scimmietta simpatica e vivace che ha il diabete di tipo 1.

AUMENTA L’INCIDENZA DI 3% L’ANNO

Il tasso di incidenza della malattia infatti aumenta di circa il 3% all’anno e l’età della diagnosi si riduce sempre più: sebbene infatti il maggior numero di esordi continui a manifestarsi tra i 9 e gli 11 anni, il diabete viene diagnosticato a un numero sempre maggiore di bambini al di sotto dei 3 anni (Fonte SID). Il Registro Italiano per il Diabete di Tipo 1, inoltre, ha stimato che in Italia ogni anno si ammalano 6/7 bambini su 100 mila in una età compresa tra 0 e 14 anni. Nelle Regioni peninsulari se ne ammalano dagli 8 ai 15, con punte di 20 in Sicilia e di 40 in Sardegna.

FAVORIRE L’INCLUSIONE SCOLASTICA FORMANDO GLI INSEGNANTI

«Anche la formazione del personale scolastico è fondamentale. L’inserimento del bambino con diabete passa da qui e dalla convinzione che non ha bisogno di misure di sostegno speciali, bensì solo di una sorveglianza consapevole. La gestione ordinaria del diabete oggi è resa molto facile dalla tecnologia e le possibili anche se improbabili situazioni di emergenza possono essere gestite da personale anche non sanitario adeguatamente formato» spiega Giovanni Lamenza, presidente AGD Italia e Diabete Italia.

«Inoltre, AGD Italia in collaborazione con il Ministero della Salute e dell’Istruzione, ha approvato un documento strategico, che divulgheremo durante questi appuntamenti nelle scuole, in cui viene declinato in modo chiaro e preciso il percorso da intraprendere per effettuare l’inclusione scolastica nel migliore dei modi. La parola chiave è «demedicalizzazione»: il bambino non va trattato come un malato, perché la sua patologia non richiede assolutamente la presenza di personale sanitario; altrimenti non si spiegherebbe come mai i genitori che non sono medici siano in grado di assistere i propri figli in condizioni di assoluta sicurezza. Ed è proprio per questo che l’insegnante ha il diritto di essere formato adeguatamente per poter svolgere il suo compito in condizioni di serenità e sicurezza».


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