La fine del diabete non è vicina, se ne soffre (tra la forma autoimmune e quella metabolica) il nove per cento della popolazione mondiale, pari a 346 milioni di persone. E le previsioni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non sono poi così radiose: da qui a dieci anni il tasso di decessi rischia di aumentare fino al 50 per cento. Molto, per ridurre la portata della malattia, può però essere fatto partendo dalla prevenzione.

IN PIEMONTE 280MILA MALATI. DIAGNOSI E CURE NELLA REGIONE

L’EFFICACIA DELLA PREVENZIONE

È necessario educare i più piccoli a uno stile di vita sano, abituandoli a svolgere attività fisica in modo regolare. Bisogna combattere la sedentarietà. Quindi puntare su una corretta alimentazione, preferendo i cibi semplici, eliminando tutto ciò che è molto ricco di grassi, come per esempio le merendine. Abitudini da mantenere anche crescendo, evitando per di più di saltare i pasti, a partire dalla prima colazione.

I consigli della Società Italiana di Diabetologia, nella giornata mondiale dedicata al diabete, partono da indicazioni ovvie, ma efficaci. Insieme al controllo del peso, all’attività fisica e a un’alimentazione sana, dopo i quarant’anni è doveroso controllare la glicemia ogni 2-3 anni in rapporto al tipo di rischio.

La prevenzione è fondamentale, perché con un controllo periodico si evitano anche complicanze importanti che possono incidere sulla qualità della vita. Una di queste è la cecità, conseguenza estrema della retinopatia diabetica, a cui guardano le iniziative per la Giornata Mondiale del Diabete 2016, in programma per oggi.

RETINOPATIA DIABETICA: COME EVITARLA?

Il tema della giornata mondiale di quest’anno è «Occhio al diabete». Obiettivo: puntare l’attenzione sulla retinopatia diabetica, complicanza che può portare anche alla cecità.

Quando si parla di diabete, tra le complicanze si pensa prevalentemente all’ictus e alle malattie cardiovascolari. Mentre di norma si parla poco della retinopatia diabetica, come si evince anche dal rapporto ARNO 2015: «Soltanto l’11 per cento dei pazienti è stato sottoposto a una visita oculistica».

La prevenzione della complicanza, come ricorda la Società Italiana di Diabetologia, è possibile: tenendo sotto controllo la glicemia, la pressione arteriosa e sottoponendosi a uno screening annuale consistente nell’esame del fondo dell’occhio. «Fin dalla diagnosi del diabete occorre controllare la retina, perché in diversi casi è già presente un danno iniziale - afferma Francesco Purrello, direttore dell’unità operativa complessa di medicina interna dell’azienda ospedaliero-universitaria di Catania e presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia - In questo modo si possono adottare i provvedimenti necessari, in particolare un controllo efficace della glicemia e della pressione arteriosa, per impedire che il danno peggiori.

In caso di lesioni iniziali può essere utile fotografare la retina, così da avere a disposizione un’immagine da confrontare con immagini successive e valutare l’andamento della patologia nel tempo. Un altro esame che può essere prescritto è la fluorangiografia, che prevede una serie di fotografie della retina dopo iniezione di un mezzo di contrasto».

PIU’ DI QUATTRO MILIONI I MALATI IN ITALIA

La dimensione del problema, la diffusione a tutte le fasce d’età, la gravità delle complicanze associate alla malattia e i costi dei ricoveri fanno del diabete mellito uno dei principali problemi sanitari su scala mondiale. Da qui anche la decisione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di inserire la malattia, assieme alla malaria e alla tubercolosi, tra le emergenze sanitarie della nostra epoca.

Eppure il diabete, se ben curato, «permette una vita lunga e senza ostacoli al raggiungimento di qualsiasi successo - chiosa Enzo Bonora, direttore dell’unità operativa complessa di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona -. È vero che spesso la malattia non dà disturbi, ma se non la si cura bene, le complicanze possono diventare molto importanti».

In Italia il diabete colpisce il 5,5 per cento della popolazione. In valore assoluto, i malati sono 3,3 milioni. A questi, secondo gli esperti, va aggiunto un altro milione di persone che ignorano di avere la malattia.

Twitter @fabioditodaro


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