Una ragazzina diventa adulta. Il suo corpo acerbo diviene morbido e sinuoso, il suo sguardo ingenuo si fa sensuale e consapevole. Si innamora, cresce, si mette in cammino verso sé stessa e il mondo: diventa donna.

Il menarca, la prima mestruazione, sancisce il passaggio simbolico alla vita adulta. In seguito, il primo rapporto sessuale la consegna alla dimensione adulta dell’esistenza.

Non tutte, però, riescono a darsi il permesso di amare. Può capitare che la spontaneità dell’amore ceda il passo agli intoppi delle disfunzioni sessuali.

Alcune donne, anche adulte, rimangono bloccate dentro e dietro un metaforico muro. Il muro del vaginismo.

Vaginismo. Una diagnosi complessa

La donna vaginismica non comprende. È spaesata e confusa. Non ha in mente e nel cuore quegli indispensabili rudimenti di educazione affettiva e sessuale per aiutarla a diventare grande. Crede che sia normale, e che un po’ di pazienza e l’uomo giusto l’aiuteranno a risolvere.

La donna vergine adulta pensa che il suo procrastinare il primo rapporto sessuale sia un normale ritardo della vita amorosa, che prima o poi arriverà la fede al dito che la condurrà tra le lenzuola dell’uomo amato senza ansia e sensi di colpa.

Non contempla la difficoltà in cui si trova, la sottostima, la nega a sé stessa. Nella maggior parte dei casi, inoltre, sceglie in maniera inconscia un uomo compatibile per disagio psichico. Si tratta di scelte “colludenti”.

Per tutta una serie di meccanismi inconsci e di incastri disfunzionali, i due partner si riconoscono tra mille anime, si scelgono, si rispettano nelle loro scelte di castità prematrimoniale, e giungono vergini entrambi al matrimonio.

La disfunzione dell’uno nutre e tiene in vita quella dell’altro.

In realtà, quando c’è una donna vaginismica c’è anche un uomo con altrettante paure, che non ha mai auto un rapporto sessuale, che solitamente soffre di un deficit erettivo psicogeno primario, nonché infarcito degli stessi retaggi culturali e religiosi e delle stesse paure.

<span>Il sesso e la psiche</span>- Disfunzione erettile

valeria randone

Con il trascorrere degli anni, il marito o i genitori - in assenza di un nipotino - iniziano a interrogarsi sul perché, su cosa causi un ritardo della vita amorosa e procreativa. La donna a seguito delle pressioni familiari inizia ad avvertire sulla propria pelle il senso di disagio e di frustrazione, e a porsi qualche domanda in più.

In realtà, non sa cosa fare, come e cosa cercare online, quali sintomi scrivere, perché la paura di conoscere davvero la verità, unitamente ai meccanismi di difesa della psiche, potenzia il suo immobilismo erotico e procreativo.

La paura e il dolore che frenano l'amore

Con il termine vaginismo si indica una disfunzione sessuale caratterizzata da uno spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che impedisce ogni forma di penetrazione: dalla visita ginecologica ai preliminari d’amore al rapporto sessuale completo.

Il sottofondo emozionale che accompagna queste donne è la paura del dolore e dell’aspetto penetrativo con le sue minacce e simbolismi.

Un altro dato che emerge in sede di consultazione è la paura della paura che ammanetta le donne all’evitamento dell’intimità. Quando le donne si raccontano, a seguito di domande più precise da parte del clinico, emerge che il dolore non viene quasi mai sperimentato perché la donna si ferma molto prima, paralizzata dalla paura anticipatoria del dolore.

Le donne chiedono aiuto molto più tardi dell’esordio della disfunzione sessuale per vari motivi, tutti intersecati tra di loro.

Le cause che incorrono all’insorgenza e al mantenimento del vaginismo sono sempre multifattoruali, e sono da ricercare nella donna - psiche e corpo -, nella sua infanzia, nel rapporto con la figura materna, nelle dinamiche di coppia.

La donna vergine adulta ha, solitamente, un rapporto altamente conflittuale con l’immagine corporea. La reputa inadeguata, mutilata dell’aspetto adulto e procreativo, acerba, poco seduttiva e sessuata.

Segue un rapporto conflittuale e ambivalente nei confronti della sessualità: da un lato si sente attratta dal sesso, dall’altro lo considera respingente e drammaticamente pericoloso per la sua incolumità psichica.

Il seme dell’evitamento fobico viene piantato in famiglia, tra religione e divieti. La donna vergine adulta eredita ferree regole e divieti di tipo morale e religioso, che interiorizza senza avere la forza e la capacità di differenziarsene.

Il rapporto che la donna instaura con la madre è spesso di tipo simbiotico. Figure materne irrisolte e manipolative, iper presenti, nonché sostitutive dei bisogni delle figlie; donne rigide e controllanti che non le insegnano l’autonomia: del cuore e del corpo.

Un ambito da dover analizzare con cura e scrupolosità quando si tratta di vaginismo è la coppia in cui la sessualità (non) abita.

Si tratta spesso di coppie irrisolte sul piano psichico, di partner la cui età cronologica non corrisponde a quella psichica; partner psichicamente non adulti, anche loro spaventati, se non atterriti, dalla sessualità penetrativa.

Tra le cause d’insorgenza della disfunzione abbiamo la presenza di un nucleo fobico; soffrono di ansia diffusa, di altre paure e di tante altre fobie. Segue una totale mancanza di educazione affettiva e sessuale che le intrappola in una catena di falsi miti e mezze verità sul loro funzionamento sessuale, sino a sfociare in un quadro di conclamata immaturità psicosessuale.

Un fattore predisponente, soprattutto nelle donne adulte, è dato dalla presenza di un imene rigido e fibroso, sempre associato ai meccanismi di difesa della psiche, anche loro rodati nel tempo e dal tempo.

La cura

La donna sofferente non sa a chi rivolgersi, affida le sue pene al web, ma in questo caso non mettendo la giusta parola chiave - la donna non sa che si tratta di vaginismo - il famigerato dr. Google non l’aiuta e non le restituisce la diagnosi esatta. Passano gli anni e scatta il desiderio-bisogno di diventare madre; motivazione talmente profonda da far si che la donna o il suo partner si attivino alla ricerca di una cura e di un professionista adeguato.

Per stabilire quale protocollo di cura utilizzare - da calibrare alla donna e alla sua storia clinica e psichica -, bisogna in prima battuta effettuare una scrupolosa diagnosi clinica: della donna, del suo corpo, della sua psiche e della sua coppia.

Il primo distinguo da effettuare è comprendere se si tratta di vaginismo o di un matrimonio bianco. Nel secondo caso la donna vaginismica vive con un partner che porta in dote dentro il legame altre disfunzioni sessuali, da curare in sinergia.

La terapia psico-sessuologica è l'unica possibilità concreta per risolvere la problematica e permettere alla coppia di approdare a una nuova consapevolezza emotiva e corporea, scevra da ansie e da blocchi, e da ritardi procreativi.

La donna e la coppia vanno tenuti per mano con garbo e competenza; soltanto così, nel rispetto dei loro tempi e delle loro angosce più profonde, si può abbattere quel muro invalidante e renderlo valicabile.

*Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica, a Catania e Roma. www.valeriarandone.it

Una ragazzina diventa adulta. Il suo corpo acerbo diviene morbido e sinuoso, il suo sguardo ingenuo si fa sensuale e consapevole. Si innamora, cresce, si mette in cammino verso sé stessa e il mondo: diventa donna.

Il menarca, la prima mestruazione, sancisce il passaggio simbolico alla vita adulta. In seguito, il primo rapporto sessuale la consegna alla dimensione adulta dell’esistenza.

Non tutte, però, riescono a darsi il permesso di amare. Può capitare che la spontaneità dell’amore ceda il passo agli intoppi delle disfunzioni sessuali.

Alcune donne, anche adulte, rimangono bloccate dentro e dietro un metaforico muro. Il muro del vaginismo.

Vaginismo. Una diagnosi complessa

La donna vaginismica non comprende. È spaesata e confusa. Non ha in mente e nel cuore quegli indispensabili rudimenti di educazione affettiva e sessuale per aiutarla a diventare grande. Crede che sia normale, e che un po’ di pazienza e l’uomo giusto l’aiuteranno a risolvere.

La donna vergine adulta pensa che il suo procrastinare il primo rapporto sessuale sia un normale ritardo della vita amorosa, che prima o poi arriverà la fede al dito che la condurrà tra le lenzuola dell’uomo amato senza ansia e sensi di colpa.

Non contempla la difficoltà in cui si trova, la sottostima, la nega a sé stessa. Nella maggior parte dei casi, inoltre, sceglie in maniera inconscia un uomo compatibile per disagio psichico. Si tratta di scelte “colludenti”.

Per tutta una serie di meccanismi inconsci e di incastri disfunzionali, i due partner si riconoscono tra mille anime, si scelgono, si rispettano nelle loro scelte di castità prematrimoniale, e giungono vergini entrambi al matrimonio.

La disfunzione dell’uno nutre e tiene in vita quella dell’altro.

In realtà, quando c’è una donna vaginismica c’è anche un uomo con altrettante paure, che non ha mai auto un rapporto sessuale, che solitamente soffre di un deficit erettivo psicogeno primario, nonché infarcito degli stessi retaggi culturali e religiosi e delle stesse paure.

<span>Il sesso e la psiche</span>- Disfunzione erettile

valeria randone

Con il trascorrere degli anni, il marito o i genitori - in assenza di un nipotino - iniziano a interrogarsi sul perché, su cosa causi un ritardo della vita amorosa e procreativa. La donna a seguito delle pressioni familiari inizia ad avvertire sulla propria pelle il senso di disagio e di frustrazione, e a porsi qualche domanda in più.

In realtà, non sa cosa fare, come e cosa cercare online, quali sintomi scrivere, perché la paura di conoscere davvero la verità, unitamente ai meccanismi di difesa della psiche, potenzia il suo immobilismo erotico e procreativo.

La paura e il dolore che frenano l'amore

Con il termine vaginismo si indica una disfunzione sessuale caratterizzata da uno spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che impedisce ogni forma di penetrazione: dalla visita ginecologica ai preliminari d’amore al rapporto sessuale completo.

Il sottofondo emozionale che accompagna queste donne è la paura del dolore e dell’aspetto penetrativo con le sue minacce e simbolismi.

Un altro dato che emerge in sede di consultazione è la paura della paura che ammanetta le donne all’evitamento dell’intimità. Quando le donne si raccontano, a seguito di domande più precise da parte del clinico, emerge che il dolore non viene quasi mai sperimentato perché la donna si ferma molto prima, paralizzata dalla paura anticipatoria del dolore.

Le donne chiedono aiuto molto più tardi dell’esordio della disfunzione sessuale per vari motivi, tutti intersecati tra di loro.

Le cause che incorrono all’insorgenza e al mantenimento del vaginismo sono sempre multifattoruali, e sono da ricercare nella donna - psiche e corpo -, nella sua infanzia, nel rapporto con la figura materna, nelle dinamiche di coppia.

La donna vergine adulta ha, solitamente, un rapporto altamente conflittuale con l’immagine corporea. La reputa inadeguata, mutilata dell’aspetto adulto e procreativo, acerba, poco seduttiva e sessuata.

Segue un rapporto conflittuale e ambivalente nei confronti della sessualità: da un lato si sente attratta dal sesso, dall’altro lo considera respingente e drammaticamente pericoloso per la sua incolumità psichica.

Il seme dell’evitamento fobico viene piantato in famiglia, tra religione e divieti. La donna vergine adulta eredita ferree regole e divieti di tipo morale e religioso, che interiorizza senza avere la forza e la capacità di differenziarsene.

Il rapporto che la donna instaura con la madre è spesso di tipo simbiotico. Figure materne irrisolte e manipolative, iper presenti, nonché sostitutive dei bisogni delle figlie; donne rigide e controllanti che non le insegnano l’autonomia: del cuore e del corpo.

Un ambito da dover analizzare con cura e scrupolosità quando si tratta di vaginismo è la coppia in cui la sessualità (non) abita.

Si tratta spesso di coppie irrisolte sul piano psichico, di partner la cui età cronologica non corrisponde a quella psichica; partner psichicamente non adulti, anche loro spaventati, se non atterriti, dalla sessualità penetrativa.

Tra le cause d’insorgenza della disfunzione abbiamo la presenza di un nucleo fobico; soffrono di ansia diffusa, di altre paure e di tante altre fobie. Segue una totale mancanza di educazione affettiva e sessuale che le intrappola in una catena di falsi miti e mezze verità sul loro funzionamento sessuale, sino a sfociare in un quadro di conclamata immaturità psicosessuale.

Un fattore predisponente, soprattutto nelle donne adulte, è dato dalla presenza di un imene rigido e fibroso, sempre associato ai meccanismi di difesa della psiche, anche loro rodati nel tempo e dal tempo.

La cura

La donna sofferente non sa a chi rivolgersi, affida le sue pene al web, ma in questo caso non mettendo la giusta parola chiave - la donna non sa che si tratta di vaginismo - il famigerato dr. Google non l’aiuta e non le restituisce la diagnosi esatta. Passano gli anni e scatta il desiderio-bisogno di diventare madre; motivazione talmente profonda da far si che la donna o il suo partner si attivino alla ricerca di una cura e di un professionista adeguato.

Per stabilire quale protocollo di cura utilizzare - da calibrare alla donna e alla sua storia clinica e psichica -, bisogna in prima battuta effettuare una scrupolosa diagnosi clinica: della donna, del suo corpo, della sua psiche e della sua coppia.

Il primo distinguo da effettuare è comprendere se si tratta di vaginismo o di un matrimonio bianco. Nel secondo caso la donna vaginismica vive con un partner che porta in dote dentro il legame altre disfunzioni sessuali, da curare in sinergia.

La terapia psico-sessuologica è l'unica possibilità concreta per risolvere la problematica e permettere alla coppia di approdare a una nuova consapevolezza emotiva e corporea, scevra da ansie e da blocchi, e da ritardi procreativi.

La donna e la coppia vanno tenuti per mano con garbo e competenza; soltanto così, nel rispetto dei loro tempi e delle loro angosce più profonde, si può abbattere quel muro invalidante e renderlo valicabile.

*Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica, a Catania e Roma. www.valeriarandone.it