L’Italia è al primo posto della classifica dei paesi europei più anziani ed è il secondo Paese più vecchio nel mondo, dopo il Giappone. Le donne sono le assolute protagoniste di questo primato: vivono più a lungo degli uomini, ma gli anni di vita guadagnata sono spesso trascorsi nella malattia. In questa situazione, a giocare un ruolo cruciale sono le disparità socio-economiche, come salari più bassi e minor occupazione, dalle evidenti ricadute sul benessere psico-fisico delle donne.

A fare il punto sulla salute delle donne della «generazione argento» è il volume monografico «La salute della donna. La nuova longevità: una sfida al femminile» di Onda, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, realizzato grazie alla collaborazione di Farmindustria. Molti i temi affrontati nel lavoro, dai fattori di un buon invecchiamento, al ruolo della socialità, a quel «prendersi cura» della persona che vada oltre l’intervento in acuto, fino alla politerapia. Il lavoro intende fare il punto sulle principali criticità, diventando uno strumento per interventi che intendano aiutare le donne a vivere in salute e serenità. (Tutto il materiale è disponibile sul sito di Onda).

VIVONO PIÙ A LUNGO MA PEGGIO

In Italia, le over 65 sono 7,5 milioni, ben 2 milioni in più degli uomini; 2 ultraottantenni su 3 sono donne. Le italiane hanno un’aspettativa di vita di 85,1 anni, contro gli 80,6 degli uomini. Ma i dati mostrano anche un’altra, tutt’altro che positiva, differenza: molte malattie croniche sono a prevalenza femminile e le donne ne sono quindi più colpite. Ad avere 2 o più malattie sono il 72% delle over 75 e il 58% degli uomini.

Una donna su 3 ha gravi limitazioni funzionali nelle attività della vita quotidiana e hanno gravi disabilità nel 37,8% dei casi contro il 22,7% degli uomini. Negli over 65 molte malattie croniche sono a prevalenza femminile come artrosi e artrite (59,4% donne e 38,9% uomini), cefalea ed emicrania ricorrente (14,6% vs 7,1%), osteoporosi (39,5% vs 8,1%), ansia e depressione (16,7% vs 9,0%) e Alzheimer e demenze senili (5,1% vs 3,1%). A ciò si aggiunge il più ampio consumo di farmaci a cui si associa un rischio più elevato di eventi avversi e di ospedalizzazioni per effetti collaterali.

DISPARITÀ ECONOMICHE E SOCIALI

Non è estranea a questo quadro di maggior vulnerabilità la disparità socio-economica. Le donne sono più spesso vedove e sole, meno istruite, più povere, basti pensare che il loro reddito previdenziale è mediamente inferiore di circa 6 mila euro rispetto agli uomini, come conseguenza degli squilibri di retribuzione tra i due sessi nel mondo del lavoro. Inoltre, il 65% degli over 65 vittime di abusi e maltrattamenti è donna.

UN INVECCHIAMENTO SANO E POSITIVO

Le donne, si sa, non mancano certo di risorse e trovano sempre la capacità di vivere con soddisfazioni nonostante le difficoltà. «Questa è la sfida più grande oggi: garantire alle donne un invecchiamento sano, attivo e positivo», spiega Francesca Merzagora, Presidente Onda.

«Da una indagine condotta da Onda su un campione di 314 over 70, emerge infatti che Il 44% di loro è molto soddisfatto della propria vita, pur ritenendola peggiore rispetto a quando era più giovane. Sono però più le donne che affermano di sentirsi sole e malinconiche (punteggio medio 2,4 donne vs 2,1 uomini) e sono anche quelle che si dedicano meno ad attività di svago e piacere. Onda ha accettato la sfida e rivolge da tempo il suo interesse al mondo delle donne in tutte le fasi della loro vita, occupandosi di loro non solo come «anziane», ma anche della funzione sociale che rivestono all’interno della famiglia».

Una sfida per la Sanità del futuro.


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